Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ Angelo Andreotti. Dimmi di te 
Serie migrante dalla mostra di Ferrara nei giorni del terremoto. #1
G. Villa,
G. Villa, 'Migranti - disegni e bozzetti per una poesia di Derek Walcott' 
16 Giugno 2012
 

Dimmi di te

 

È da qui che ti penso

e t’inseguo fin dentro alle tue paure,

quando il tramonto riassume tristezze

in ampiezza mostrando

i rossi e i viola in elegiaca intesa,

mentre l'aria s'acquieta

sospesa in bolle di malinconia,

e una stella sorveglia

affinché spiova la luce con garbo

e la sera addolcisca

il giorno preso da troppa arroganza.

 

Vissuto in terra molle

dove continuamente l’orizzonte

accade senza tregue,

tra nuvole veloci e sguardi fermi,

cerco l’anima usando

parole come dita.

Mi aggiro confidando nel silenzio

di questa mia pianura

lungo distesa sul greto che il fiume

ha da tempo scordato.

Qui sciolgo i miei sospiri nel tuo mondo

di ricordi inesausti.

 

Dimmi di te, di quel tuo sguardo inciso

da un graffio nel passato.

Non con parole, ma con mani aperte

toccami fino al cuore

e portami nel punto esatto in cui

il tuo fiato si è infranto.

Fammi sentire l’aria che non entra

a riempire il respiro,

e l’onda gelida contro pelle arsa

da un’attesa d’amore.

 

Se ti guardo lo sguardo è per scrutare

dentro la nera cinta del tuo cuore

trattenuto in assedio

dalla memoria di affetti insipienti.

 

Tu, chinati all’affanno,

e mostra il volto alla fragilità,

affidando al presente

l’intima redenzione delle lacrime.

Piégati all’amarezza

di cui sei frutto dolce e duraturo.

 

In malinconia penso

al posto buio in cui si deve andare

per prendere congedo

da quell’angoscia piagata nel cuore.

E allora stringo gli occhi

nei paraggi del cielo,

e pronuncio parole come dita

per toccarti in distanza,

e in desiderio farmi più vicino.

 

Angelo Andreotti


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