Diario di bordo
Grazia Musumeci. Quei siti di servizio e denuncia 
Il sottile confine tra giusto e sbagliato
08 Giugno 2012
 

In questo nuovo mondo delle mille comunicazioni globali, esistono gruppi di persone che, dal piccolo sottobosco della provincia, cercano di levare voci per offrire servizi di informazione, utilità e denuncia dalle pagine web. Una ottima idea, che molti hanno avuto e continuano ad avere principalmente sul megafono moderno… Internet… facendo molto bene ma correndo allo stesso tempo su un filo sottile… al confine tra giusto e sbagliato.

Si parte come al solito dalle migliori intenzioni: si vuole denunciare quel che non va in città, alzare la voce contro la maleducazione dilagante, contro gli abusi, la corruzione e la mafia. Si vuole puntare il dito contro pedofilia e violenza sulle donne e richiedere le dimissioni del sindaco quando le cose vanno a rotoli. Sulle pagine si alza la voce contro manifesti abusivi, auto in doppia fila e ragazzini che gettano la carta per terra.

Poi qualcuno si accorge di tanto sforzo e fioccano premi, riconoscimenti e lodi… ed ecco che ci si auto-proclama santi. E da quel momento in poi, la denuncia non arriva più per fare un servizio ma per alzare una barriera tra “noi” e “loro”: noi siamo bravi, loro cattivi; noi righiamo sempre dritto, loro sono criminali; noi abbiamo sempre ragione e loro sempre torto.

Ecco! Il treno ha deragliato verso un binario che nulla ha a che vedere con quelli dritti delle prime intenzioni.

E allora i membri del sito, con telefonini e videocamere, girano filmini e fanno foto per “incastrare” questo o quello, per coglierlo in flagrante mentre sbaglia. E allora il tizio che non è d’accordo con me lo metto alla gogna pubblicamente: “È stato il signor Rossi!”… “Lo so io chi è questo signor Pennisi”… “So dove lavora suo figlio!”. E allora quello che cerca di avere visioni diverse e meno esaltate lo sbatto in un angolo urlandogli in faccia “Sono stufo di te! Vai a sputar veleno da un’altra parte!”

E si guardano storto quelli che, per un motivo o per un altro, non aderiscono subito alle iniziative (“Che significa che non vieni alla marcia? Non puoi avere nient’altro di importante da fare!”… “Siamo in piazza. Vediamo chi ha il coraggio di venire a firmare e chi no!”). E si arriva all’assurdo… alle manie di persecuzione… alla convinzione che un banale problema tecnico del server sia un attacco criminale di censura contro il sito, contro le “voci eroiche nel deserto”, noi che siamo i buoni, i santi, gli intoccabili! Noi che siamo dèi, in confronto a questa marmaglia di mortali!

 

E nel frattempo ci si è scordati di quando tutto è iniziato, quando si era tutti un gruppo di semplici persone mortali, umili, decise solo ad aiutare il prossimo… senza ergersi a giudici di nessuno. E ci si meraviglia di perdere pezzi per strada. Ci si meraviglia che ci taccino di intolleranza. Ma come? Noi?! Quando?

Quando si è persa la decenza per strada e si è trasformata una bellissima missione in una mania di grandezza. Quando ci si è dimenticati che prima di togliere il capello dall’occhio dell’amico, bisogna pensare alle travi nostre.

Ecco il confine da non superare mai, se davvero si vuol essere moderni siti di servizio sul web. Ecco perché chi lo supera non sa più tornare indietro.

 

Grazia Musumeci


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