Diario di bordo
Primarosa Pia. Astensionismo e democrazia 
E una parola fuori dal coro sulla riduzione del numero dei parlamentari
14 Maggio 2012
 

torno sull'argomento astensionismo perché non sono del tutto d'accordo con chi ha scritto che un alto astensionismo sia una sconfitta della politica.

io penso, in tutta umiltà, si intende, che l'astensionismo, e ancora di più il cosiddetto voto di protesta [schede bianche o nulle] sia una netta vittoria della cattiva politica: non votare o invalidare il voto perché non ci si sente rappresentati dai partiti e dai candidati proposti, significa in sostanza consentire che vengano eletti proprio quei candidati che vengono investiti di piena legittimazione sia con una percentuale di voti validi al 90% sia al 25%, esattamente allo stesso modo.

ecco perché insisto da tempo che l'attenzione di noi cittadini deve essere molto viva nei confronti della scelta dei candidati, perché è in quel momento che si decide la sostanza di quello che saranno gli organi di governo del Paese.

nelle consultazioni elettorali si assiste invece spesso, oltre che al disinteresse fine a se stesso, alla rielezione automatica dei già eletti o al dissenso omissivo, perfino ad una forma di perversa soddisfazione nel votare ed eleggere persone improbabili quanto apertamente inadatte, e qui gli esempi non servono, vero?

mi pare che da anni schede nulle e bianche non vengano nemmeno più prese in considerazione nella presentazione dei conteggi delle percentuali, è così?

 

venendo poi alla sostanza dell'azione di governo, avrei un altro problema che mi abita...

da cittadina non studiata e con quattro neuroni quattro, mi domando: risponde pienamente alla dialettica democratica che il governo debba essere l'esatta proiezione di una maggioranza parlamentare precostituita?

mi spiego: la democrazia era più attuata quando il gov. berlusconi si vedeva votare dal parlamento le leggi ad personam o ora che il gov monti deve [almeno in teoria ma sicuramente più del precedente se pur ancora troppo condizionato da esso] guadagnarsi il sostegno del parlamento discutendo con esso i provvedimenti che adotta?

che senso ha il parlamento se il governo gode di una solida maggioranza che gli fa passare tutto? dove si manifesta la dialettica tra i poteri?

 

io non sono così d'accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari, i costi della politica non sono certo quelli, vorrei però un controllo molto maggiore dei cittadini sulle qualità morali e civiche delle persone da eleggere, partendo proprio dalle realtà locali.

 

@ primarosa

(da R-esistiamo newsletter, 14 maggio 2011)


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276