Diario di bordo
Martina Simonini. Si salvi chi può che la barca l’è rotta!
12 Maggio 2012
 

«… La manovra Monti si potrebbe tradurre così: immaginatevi una grande barca di legno, come quella usata da Noè per intenderci, che naviga in mezzo al mare. Al comando il barbuto Monti che dirige la rotta. Ma c’è un piccolo problema. La carena della grossa imbarcazione è bucata come un gruviera. Allora il comandante invita tutti quanti a togliersi i vestiti per bloccare le falle e così tutti i presenti si spogliano di qualcosa per evitare l’affondamento. Ma c’è un piccolo problema: la nave è diretta al Polo Nord. Ed il freddo inizia già a farsi sentire…» (da Dazebao, l’informazione on line).

E già… si sente il freddo degli iceberg dell’incertezza, della precarietà, della povertà e della miseria. Non è una bella sensazione.

L’immagine dell’Italia che affonda e il suo progressivo inabissamento evocano l’affondamento del Titanic. Salvo che il comandante del Titanic morì a bordo della nave nello strenuo tentativo di prestare soccorso ai passeggeri e all’equipaggio. Dubito che Monti e il suo stuolo di tecnocrati con redditi da milioni di euro all’anno siano disposti all’estremo sacrificio. Non avranno la preoccupazione della mia amica Andreina, che oggi mi dice: «Sono preoccupata. Lavoro da cinquant’anni però me ne riconoscono di meno. In cinquant’anni sono comunque riuscita a comprarmi un appartamento e a mettere da parte qualche risparmio… per la vecchiaia mi dicevo… Oggi penso che potrei perdere tutto e non per colpa mia…»

Abbiamo così preso a parlare di beni di rifugio: quei beni che non danno rendita immediata ma che conservano il proprio valore nel tempo. Da sempre sono sempre gli stessi: oltre agli immobili (case e terreni per chi se li può permettere), oro, argento, diamanti e pietre preziose. Ma anche valute pregiate o che comunque non svaluteranno facilmente, come, per esempio il franco svizzero.

Da sempre la forma migliore di protezione dei propri risparmi è la diversificazione, quanto più ampia possibile. Ma se i miei risparmi ammontano a 10 o 20.000 euro, una cifra che, mi garantisce solo che se mi rompo i denti o la macchina riesco forse a porvi rimedio senza accendere un mutuo, come posso diversificare?

Il consiglio attuale è di diversificare lo stesso, o almeno di mettere al riparo con beni rifugio una parte del gruzzoletto: almeno il 30%… Ne prendo atto. Così come prendo atto che terra, mattone e preziosi sono beni rifugio sui quali investire parte dei propri risparmi, ma oltre a non dare rendite (se non a lungo termine) presentano l’handicap della scarsa liquidabilità in caso di bisogno. Come dire che se ho bisogno di rifare la dentiera potrei trovarmi nella condizione di presentarmi dal dentista offrendogli qualche lingottino d’oro…

Tempi duri. Durissimi. E i capitani non ci aiutano. I capitani ci stanno dicendo di investire in Titoli di Stato. Salvo che loro non ne acquisteranno mai… Non esistono più i capitani di vecchio stampo come quelli del Titanic… la versione moderna è quella degli “Schettino” gente che esercita il potere fin che può, poi se ne va, con buona pace della nave, senza neppure lanciare il grido “si salvi chi può” per liberare l’equipaggio dal suo lavoro.

Occorre che ce lo diciamo da soli… “Si salvi chi può che la barca l’è rotta!”

 

Martina Simonini

(da 'l Gazetin, maggio 2012)


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