Arte e dintorni
Alberto Figliolia. Tecnica mista - Come è fatta l'arte del Novecento
07 Maggio 2012
 

Le installazioni di Alexander Brodsky non finiscono mai di stupire per le dimensioni, le implicazioni, le suggestioni, l'uso dei materiali e quant'altro. Non fa eccezione Coma (terra cruda, ferro, zinco, olio da motore, taniche, video a tre canali) visibile nell'ambito della mostra Tecnica mista allestita al Museo del Novecento, che ha sede nel Palazzo dell'Arengario, accosto al Duomo di Milano.

È, quella ricostruita e reinventata da Brodsky, una città (Mosca l'imprescindibile modello, ma universalizzata e simbolica) di edifici in terra cruda collocati in una vasca di zinco, semisommersa e inondata da colate di olio nero da contenitori sospesi di lato e in alto. Una metafora splendida e oscura, come l'esistenza-ossimoro delle megalopoli contemporanee fatte di rumore e solitudine, di cieli e acque inquinate e di preziosi monumenti, di gente che lavora e s'affretta e di gente che muore, di macchine ed emozioni. A dire il vero, degli esseri umani parrebbe notarsi l'assenza. Grattacieli e dimore quasi come feticci. Un paesaggio apocalittico di pietre e strade, in orizzontale e in verticale. Una sfida al cielo e alla natura. Perduta? Forse, ma un soggetto con cui comunque confrontarsi.

I tre monitor su uno dei lati corti della vasca mostrano riprese di Mosca innescando riflessioni “sulla decadenza e sulla perdita d'identità delle metropoli contemporanee”.

A nostro giudizio, Coma è il “pezzo” pregiato della più che pregevole mostra Tecnica mista che consta di tredici opere della più varia ispirazione e intenti: dal fotomontaggio al collage (Mario Sironi con la straordinaria Venere dei porti: tempera e collage su carta riportata); dalla scultura da prendere a calci, arte in movimento fatta dallo spettatore-fruitore-rimodellatore, al video.

Entrano in gioco, inoltre, il movimento e i suoni, così come vengono utilizzati materiali anomali e plastica, la performance accoppiandosi ai supporti modificati.

Detto di Brodsky, suscita notevole impatto emotivo anche il video di Luisa Rabbia: One Way, 1'11'' di rara perfezione estetica, una riuscita commistione, nella sua misura breve, di fantasia e meditazione sulla vita. Una corsa in metropolitana – un dato reale ammantato di metaforico –, popolata di figure, icone, disegni, simboli, che si succedono dentro e fuori. Il video è realizzato con una fotocamera digitale, a uso amatoriale. La risoluzione della ripresa è volutamente bassa, in contrasto con i nitidi disegni inseriti nei fotogrammi con Photoshop, al fine di risultare sfuocata; ciò ne aumenta la/e suggestione/i.

Muets rouges/noirs (metallo, plexiglas, giornali, cenere di giornale), assemblaggio di Chen Zhen, è una doverosa e giustificata incursione nel sociale o politico: «Su una lastra di metallo due pile di giornali sono compresse da due piastre imbullonate. A lato sotto pesanti pietre sono inseriti resti di giornali bruciati. L'opera rimanda alla libertà d'espressione in Cina, i giornali imbullonati sono diretti riferimento alla censura in atto nei primi anni novanta in seguito alle repressioni dei movimenti studenteschi».

Curiosa e quasi rinfrescante l'Enciclopedia dei fiori da giardino di Andrea Mastrovito. Mentre la Natura modulare (sei elementi con serigrafie su metacrilato trasparente) di Gino Marotta è spiazzante, spos(t)ando la naturalità dei soggetti con (nel)l'artificialità del materiale, o viceversa.

«Questa mostra propone di gettare» scrive Marina Pugliese «lo sguardo dietro le quinte dell'arte del Novecento per capire come e perché gli artisti hanno inventato nuove tecniche, a partire dal collage, l'assemblaggio e il fotomontaggio o utilizzato nuove classi di materiali come la plastica o di dispositivi come il video. Ogni tecnica è esemplificata da un'opera delle collezioni del Museo del Novecento».

Un'arte, ci si passi l'espressione, di gran godimento per l'intelletto, e coinvolti pienamente corpo e sensi. Il divertimento non sempre è nemico del pensiero critico.

 

Alberto Figliolia

 

 

Tecnica mista. Come è fatta l'arte del Novecento. Museo del Novecento, Palazzo dell'Arengario, Piazza Duomo Milano. Fino al 9 settembre 2012.

Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3 euro. Lun 14:30-19:30, mar-mer-ven-dom 9:30-19:30, gio-sab 9:30-22:30.

Info: Tel. 02 88444061, www.museodelnovecento.org


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