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Vetrina/ Flavio Ermini. Il totem che cade e cade
04 Maggio 2012
 

 

IL TOTEM CHE CADE E CADE

 

Per un tempo che appare infinito,

[con pietre e sabbia

la materia seppellisce gli uomini

[che lavorano nelle tenebre.

 

 

in questo conflitto intermi­nabile, un incedere di vessilli riporta un uomo nelle tene­bre, dove nessuno può tornare senza pena

 

sotto il fuoco divorante dell’esistenza, si abbandonano al pianto i morenti, nell’adattamento al mobile orizzonte che nasconde la loro sconfitta

 

per un tempo che appare in­finito, si stende l’ombra della disfatta sull’azzurrità, da cui l’uomo torna credendo di aver innalzato durevol­mente un vessillo vittorioso

 

contende il cielo all’occulta­mento questa lunga cerimonia di ascensione, destinata a perpetuarsi quale segno illusorio a cui la vita tende a soggiacere

 

dove la sabbia è dappertut­to, alla staticità dell’infinito corrisponde sotto il cielo il movimento di molti vessilli lacerati

 


Flavio Ermini

(da Il compito terreno dei mortali, Mimesis Edizioni, 2010)


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