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Roberto Malini. Paola Astuni e la poesia di un mondo “senza catene”
Detenuti politici in un gulag mentre scontano una condanna ai lavori forzati
Detenuti politici in un gulag mentre scontano una condanna ai lavori forzati 
02 Maggio 2012
 

Chi ha abbastanza coraggio per combattere l'odio, opporsi alle ragioni della forza, strappare la maschera dal volto dell'indifferenza, fare scudo con il proprio corpo davanti all'avanzare del pregiudizio? Non i guerrieri, ma i poeti. Non chi “scrive poesie”, ma i poeti. La poesia è una luce che emana dall'anima e i poeti sono quegli esseri umani cui allude un versetto talmudico (Berakhot, 21a): “Se un uomo volesse solo pregare per tutto il giorno”. Ho conosciuto centinaia di persone che scrivono in versi, ma pochissimi veri poeti, veri eroi. Fra loro, ricordo con grande affetto Paola Astuni. Nata “Adolfo”, Paola si era operata, divenendo una donna di piacevole aspetto e piena di grazia. A causa della sua scelta, che le consentì di esprimere la dolcezza e la bontà della sua anima, dovette subire gravi discriminazioni. Negli anni '80 ho tenuto diversi reading di poesia con lei. La poesia di Paola è un percorso sublime verso l'armonia, premio dell'umanità evoluta e in pace con l'universo. Paola inorridiva di fronte a qualsiasi forma di violenza, pregiudizio, ipocrisia e sognava un mondo “senza catene”. (Roberto Malini)

 

 

Ergastolo

di Paola Astuni

 

Martelli alle porte chiuse
gli uomini curvi
sulle alture
spaccano le pietre
arse dal sole.

Bagnano di sudore
le zolle livide
sotto un cielo
che da lungo tempo
non piange.

L'aria rovente
si è fatta immobile
come al limite
di una condanna.

Le ginestre
ombreggiano una pace
di lontano,
verso l'orizzonte
che il cielo
respinge.


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