Diario di bordo
RAI. Quando l'imposta (il canone) non garantisce informazione
30 Aprile 2012
 

Paghiamo l'imposta, chiamata eufemisticamente canone, per avere una tv pubblica che garantisca l'informazione. Ci troviamo a sovvenzionare una struttura occupata dai partiti che fanno il bello e il cattivo tempo.

Caso esemplare sono le dichiarazioni che l'on. Pier Ferdinando Casini ha fatto ieri nel corso della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”: lui è all'opposizione da 10 anni. Ci sembra che la memoria di “Pierdi” vacilli. Dal controllo risulta che il nostro onorevole è stato membro autorevole della maggioranza che appoggiava il governo Berlusconi, dal 2001 al 2006, tant'è che in quel quinquennio ha presieduto la Camera dei Deputati. Forse l'on. Casini voleva dire che era all'opposizione da 5 anni che sono, però, la metà dei 10 dichiarati. Inoltre il nostro onorevole è presente sulla scena politica da più di 30 anni (ne ha 57), prima con la Dc, poi con altre formazioni politiche e certamente non è estraneo alle decisioni che hanno portato il nostro Paese nelle condizioni attuali.

L'intervista poteva essere l'occasione di rendere un pubblico servizio ai cittadini-contribuenti, informandoli delle proposte attuali e delle responsabilità passate del leader politico di turno, ma questo è praticamente impossibile: la RAI è governata dai partiti, entrambi sovvenzionati dai contribuenti. Non avremo mai un pubblico servizio di informazione ma una notifica della realtà, così come interpretata da alcune formazioni politiche. A nostre spese, si intende!

 

Qui il nostro canale web per l'abolizione del canone Rai

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc



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