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L’Italia dei migranti 
di Leonardo Antonio Mesa Suero e Linda Pasta
Lampedusa 1955, alcuni passeggeri partivano per continuare il viaggio di emigrazione verso gli Usa
Lampedusa 1955, alcuni passeggeri partivano per continuare il viaggio di emigrazione verso gli Usa 
26 Aprile 2012
 

Dimenticando la storia, la migrazione spesso si associa soltanto agli arrivi degli stranieri ma L’Italia è un paese sia d’immigrazione sia d’emigrazione. Nei suoi 150 anni ha registrato quasi 30 milioni di partenze, per un saldo migratorio di oltre 10 milioni verso altri paesi.

Oggi gli iscritti volontariamente all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero sono 4,1 milioni, cifra molto vicina ai 4,9 milioni di stranieri residenti regolarmente in Italia. Attenendoci già a queste cifre parziali, l’Italia avrebbe tanti immigrati quanto emigrati. Poi, la popolazione di ceppo italiano nel mondo si stima in 60 milioni, ossia tanti quanto i residenti in patria.

Rispetto agli immigranti, l’Italia occupa il 12° posto mondiale e il 5° europeo per quantità d’immigrati; non di meno una distinzione è obbligatorio farla: più di 50 stati hanno una maggiore percentuale rispetto alla popolazione nativa. Nonostante ciò, non è trascurabile che nell’ultimo decennio gli immigranti in Italia si siano triplicati; segnando il secondo maggiore incremento in Europa.

Gli stranieri in Italia rappresentano l’8,0% della popolazione, pur non includendo irregolari, temporanei o naturalizzati. Circa 1 matrimonio su 10 avviene fra italiani e stranieri, 1 famiglia su 32 ha almeno uno straniero, 2 bimbi su 11 hanno almeno un genitore straniero; nelle scuole, fino alla secondaria, 1 studente su 19 è straniero. Nei lavori dell’agricoltura viene impegnato 1 straniero ogni 9 italiani; nell’edilizia, 1 ogni 4; mentre, nei servizi alle famiglie, addirittura, ci sono 3 stranieri ogni 2 italiani!

Contrariamente a quel che spesso si sostiene, gli immigranti in Italia non sono in maggioranza africani o asiatici; il 53% sono europei.

L’immigrazione in Sicilia incide soltanto del 2,8%. Probabilmente ciò ha contribuito a che il fenomeno sia stato trascurato così come alcune peculiarità: negli ultimi anni, rispetto alla media nazionale, si è registrata una maggiore crescita degli stranieri; tra i paesi significativamente più rappresentati ci sono Sri Lanka, Tunisia, Eritrea e Bangladesh. In alcuni comuni come quelli di Acate e Santa Croce Camerina si registra la presenza di più di 1 straniero ogni 5 italiani; Palermo occupa, per presenza di stranieri, il 7° posto fra le provincie d’Italia e il 17° fra i comuni; in 4 province, Palermo, Catania, Messina e Ragusa, si concentra il 70% degli immigrati nella regione Sicilia.

Come risultato della crisi, al Nord la disoccupazione degli stranieri è cresciuta di più, soprattutto per le donne, mentre nel Mezzogiorno si è registrata una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Non è inverosimile che avvenga un discreto spostamento dal Nord, così come che i nuovi immigrati abbiano una maggiore preferenza nello scegliere la Sicilia rispetto al passato.

Le prospettive sono chiare. Gli invecchiati paesi ricchi abbondano in sviluppo e qualità della vita ma scarseggiano di mano d’opera, i giovani paesi poveri abbondano di mano di opera ma scarseggiano di sviluppo e speranza di vita.

Oggi in circa 1 nazione su 8 l’aspettativa di vita è inferiore ai 55 anni e l’analfabetismo colpisce oltre il 40% della popolazione; in 2 paesi su 5 non si va oltre l’insegnamento elementare; in più di 1/3 dei paesi la mortalità infantile supera di 10 50 volte quella dei paesi sviluppati.

Ciò spiega perché ogni anno ci sono almeno 10 milioni di bimbi che non riescono a spegnere le candeline – oltre a non avere la torta – perché loro si sono spenti prima. Sono morti!

Con tale drammatica situazione non c’è d’aspettarsi altro che un aumento della migrazione. È assolutamente errato – sennonché perfido – ignorarlo.

A volte la migrazione è considerata fra gli estremi: bloccarla o incoraggiarla. Quelli che hanno la possibilità di decidere impongono restrizioni in funzione dei propri interessi, mentre ogni migrante tenta di aggirarle.

Come si possono chiudere le porte ai disperati della cui disperazione in gran parte siamo stati – o siamo – responsabili o complici?

Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, ha affermato: «Le leggende e le credenze prive di fondamenti sull’emigrazione portano all’adozione di politiche inapplicabili e perfino pericolose».

Gli stranieri in Italia e gli italiani all’estero, così come gli immigrati dovunque si trovino, implicano tanti problemi ma anche – e soprattutto – tanto di opportunità e arricchimento.

Come precisa il Programma di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite: «La migrazione può migliorare lo sviluppo umano per le persone migranti, per la comunità di accoglienza e per quelle di partenza».

 

 

Leonardo Antonio Mesa Suero: Architetto, Mediatore transculturale, Operatore Volontario Presidio Cervello (AOR Villa Sofia-Cervello, Palermo) e ARIS.

Linda Pasta: Dirigente Medico di Presidio Cervello (AOR Villa Sofia Cervello, Palermo) e Referente Medico per la gestione dei Migranti.

 

 

(da Unione News, I 2012)


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