Diario di bordo
Non arrenderti, vecchio albero Rom! 
Come sostenere l'azione umanitaria per la libertà e la vita di Toma Ciuraru, in carcere ad Ancona senza colpa
30 Marzo 2012
 

Ancona – Nita Ciuraru detto “Toma” si trova nel carcere di Monteacuto - Ancona. È molto depresso, perché sa che la moglie, malata di cancro, è rimasta sola a Pesaro e fatica a sopravvivere. I figli sono in Romania, anch'essi vittime di povertà ed esclusione. Toma sta molto male: è cardiopatico e soffre di patologie ossee dolorose.

La prigione in cui si trova è sovraffollata e non consente ai detenuti una vita dignitosa. Per una persona anziana e malata come Toma, è la più triste anticamera della morte. Come aiutare Toma? Ieri il Presidente della Camera Gianfranco Fini si è interessato al suo caso - grazie a Marcello Zuinisi, che gliel'ha sottoposto a Roma - e speriamo di cuore che sostenga il nostro appello di fronte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Numerosi poeti italiani di grande valore hanno aderito alla richiesta di grazia: le loro voci sono già al cospetto di Napolitano. Toma è in serio pericolo di vita e non dobbiamo abbandonarlo. È utile copiare l'appello (qui sotto) e inviarlo, firmato, a: 

presidenza.repubblica@quirinale.it

È anche utile divulgare l'appello presso i propri conoscenti (che si può effettuare anche direttamente da Tellusfolio con la funzionalità “Invia questo articolo”, ndr), affinché lo inviino al Presidente. Per evitare che Toma si trovi in condizioni insopportabili dietro le sbarre, però, è fondamentale che non lo facciamo sentire solo e abbandonato. Inviamogli messaggi di amicizia e solidarietà al seguente indirizzo, non solo via email, ma anche tramite fax e posta (utile anche telefonargli):

Sig. Nita Ciuraru detto “Toma”

c/o Casa Circondariale di Monteacuto

Via Montecavallo, 73/A

60100 Ancona

Tel. 071 897891 - Fax 071 85780

Email: cc.ancona@giustizia.it

Toma è un uomo buono e sensibile, ma la sua tempra è fragile a causa dei tanti anni di privazioni e stenti. L'uomo è inoltre soggetto a momenti di grande malinconia. Se non si sentirà tradito da tutti, se sentirà di avere degli amici che lo attendono e si impegnano per la sua libertà, terrà duro. Una volta Toma mi prese per mano e mi condusse sotto un grande pino. Mi chiese di appoggiare la mano sulla corteccia e poi mi disse: “Io sono come questo vecchio albero: non crollo mai”. Aveva appena subito un atto particolarmente umiliante da parte di chi dovrebbe proteggere e non annichilire le persone vulnerabili ed escluse. 

Non arrenderti, vecchio albero Rom: siamo tutti con te!”

 

Roberto Malini

 

 

 

Appello

al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
- da parte dei poeti per i diritti umani -
per l'anziano Rom Toma Ciuraru, incarcerato senza colpa

 

Caro Presidente Giorgio Napolitano,

Toma Ciuraru, l'anziano patriarca che da anni rappresenta l'anima della comunità Rom che vive a Pesaro e che ha subito innumerevoli atti di repressione sgomberi, aggressioni, abusi è stato condannato a nove mesi di carcere da un giudice del Tribunale di Pesaro, mentre il Tribunale di Sorveglianza di Ancona ha rigettato l'istanza per misure alternative al carcere. Toma, figlio dell'Olocausto (i suoi genitori furono internati nei lager nazisti, mente molti familiari vennero assassinati nelle camere a gas) fuggì 15 anni fa dalla Romania ed ottenne asilo politico a Torino, dove fu riconosciuta la persecuzione subita dalla sua famiglia sia sotto il regime di Ceausescu che nel nuovo corso democratico. In patria, a Costanza, il vecchio Toma era stato capocantiere, mentre a Torino aveva lavorato nella nettezza urbana, nell'ambito di un progetto di integrazione rivolto ai rifugiati. Terminato il periodo previsto nel progetto della Città di Torino, Toma non riuscì più a trovare un'occupazione. Circondato da discriminazione e violenza, si trasferì a Milano, in un campo Rom, vivendo di elemosina. Ripetutamente sgomberato e colpito da denunce per occupazione abusiva di terreno pubblico, riparò a Pesaro con i familiari: la moglie Mia (malata di cancro) e i figli Ipat e Narcisa.

A Pesaro l'anziano Toma, che nel frattempo era caduto nell'alcolismo, non ha mai ricevuto alcuna forma di sostegno sociale, ma nuovamente è stato oggetto di denunce ed evacuazioni. Il fratello Mihai si è gravemente ammalato proprio a Pesaro, dove l'ostilità delle istituzioni e della gente l'hanno condotto a una morte prematura e tragica. Il coraggio di Toma e la sua completa dedizione alla famiglia costituiscono il nucleo di una poesia di Roberto Malini: “Orfeo e Toma”, pubblicata nella raccolta Il silenzio dei violini (EIF, 2012).

Il Gruppo EveryOne ha sostenuto a lungo la comunità Rom di Pesaro, consentendo a numerosi nuclei familiari - con bambini – di rientrare in Romania per evitare nuove persecuzioni e acquistando un terreno a Costanza, dove lentamente la famiglia di Toma sta costruendo un'abitazione. In questo mese di marzo, un giudice di Ancona ha processato Toma in seguito a una denuncia da parte di cittadini e all'intervento delle forze dell'ordine. L'anziano era stato visto discutere animatamente con alcuni familiari, brandendo il bastone - con cui si sostiene, essendo claudicante - davanti a uno di loro: un gesto tipico dei vecchi capifamiglia Rom, come del resto dei maestri Zen. Questo, però, né il giudice di Pesaro né quello di Ancona - probabilmente - lo sapevano e così hanno condannato Toma per rissa e aggressione con arma impropria. Ora il patriarca dei Rom di Pesaro è rinchiuso nel carcere degli orrori di Montacuto, nonostante le sue precarie condizioni di salute (Toma è cardiopatico).

La moglie, in condizioni ancora più preoccupanti e priva di supporto sociale, è improvvisamente sola, perché i figli grandi sono in Romania. Per Toma sarà davvero difficile sopravvivere a 9 mesi di prigione durissima ed è arduo per chi è amico dei diritti umani comprendere la decisione dei magistrati, nonostante un legale avesse chiesto da parte della corte un minimo atto di clemenza e la concessione di una soluzione alternativa alla prigione. Su iniziativa dei poeti Roberto Malini (che è anche co-presidente del Gruppo EveryOne) e Patrizia Garofalo, alcuni poeti italiani hanno firmato questa domanda di grazia urgente a Lei rivolta, affinché l'anziano Toma sia liberato dalla prigione di Montacuto e possa rientrare in famiglia.

Toma è un uomo coraggioso e pacifico e le sue condizioni di salute sono preoccupanti, tanto che temiamo per la sua vita, considerate le atroci condizioni in cui si trovano i detenuti in quella famigerata prigione.

Le chiediamo di manifestare clemenza verso un uomo già colpito da persecuzione, intolleranza e crudeltà, sia in Romania che nel nostro paese.

 

Qui di seguito, i nomi dei primi poeti firmatari della presente domanda di grazia, insieme ai co-presidenti del Gruppo EveryOne:

Roberto Malini,

Patrizia Garofalo,

Paul Polansky,

Paola Sarcià,

Matteo Bianchi,

Massimo Bevilacqua,

Gianni Sassaroli,

Marco Dalla Torre,

Alfred Breitman,

Margherita Gadènz,

Angelo Andreotti,

Eugenio Rebecchi,

Sergio Soldani,

Rita Montanari,

Elisabetta Andreoli,

Matteo Pazzi,

Alberto Masala,

Giuseppe Samperi,

Roberto Dall'Olio,

Edoardo Penoncini,

Anna Ruotolo,

Emanuela Niada,

Dario Picciau,

Rebecca Covaciu,

Steed Gamero,

Matteo Pegoraro,

Gianmario Lucini,

Attilio Mauro Caproni,

Alessandra Giordano

La poesia trova la sua origine proprio nella verità delle cose, nella loro profonda e dolorosa sofferenza, nell'essere sempre ed ovunque “combattente” e a fianco di coloro il cui percorso nella vita continua a significare crocifissione senza risorgenza. Compassione, umanità e giustizia hanno le stesse radici. Ecco perché, Presidente, siamo a chiederLe - poiché Lei è l'ultima speranza per il povero Toma - di compiere un atto di compassione, umanità e giustizia e di concedergli la grazia, consentendogli di recuperare il dono della libertà e tornare alla vita di prima: una vita di sofferenza, esclusione sociale, umiliazioni e abusi, ma almeno accanto a sua moglie, di cui l'uomo è l'unico sostegno, e nel suo ruolo di guida di una famiglia e di una comunità già tanto perseguitata.

Fiduciosi che la nostra domanda possa essere accolta, anche in virtù del fatto che Toma non si è macchiato di alcun delitto, ma ha vissuto solo per difendere la vita e l'integrità di coloro che ama, La ringraziamo dell'attenzione e le porgiamo e porgiamo le più alte manifestazioni di stima.

 

Unisco la mia firma a quelle dei Poeti per i Diritti Umani
e del Gruppo EveryOne

 

 

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I Poeti per i Diritti Umani

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Gruppo EveryOne

i copresidenti Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau

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