Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ “Sublimazione” di Matteo Bianchi
(foto di Leonardo Angeletti)
(foto di Leonardo Angeletti) 
24 Febbraio 2012
 

Ti dedico questa neve non mia:

che non risponde di sé ad alcuno.

 

 

 

Ancora vittime al Nord:

non c’è tregua,

temperature sotto zero.

 

Sarà gelo fino a San Valentino.

 

 

1.

La Città inviolabile

vi teneva fuori dalle sue Porte:

era accaduto troppo niente.

 

L’Inevitabile mi confortava

e mi convinceva il Caos

che nulla fosse da perdere.

Nella mia costanza fatale

ero tranquillo.

 

Eri solo per gli amanti

dalle mani gelide:

fedeli a loro stessi

si tenevano stretti

senza coprirle.

 

 

Poesia è urgenza

di vita proibita che,

con le sue dita affusolate,

va aprendosi in me.

 

 

2.

Pianterò la poesia

nella mia terra:

frammenti apostoli del cielo

le ridanno purezza.

 

Fino a cogliere un motivo migliore.

 

Germi di grano in Siberia.

 

 

3.

Il buio insegna il bianco.

Soltanto nel buio di un riposo

che non si rassegna

sento l’abbacinarsi della neve.

 

 

4.

Nella nube di neve

smessa dal diretto in ritardo

sui pendolari fiaccati

dalla Bora impertinente,

 

mi travolgeva un sogno:

smarrire di continuo qualcosa

durante il viaggio di ritorno.

A rendermi inquieto, però,

non erano gli oggetti

 

i ghiacci sotto le coperte

 

MA, la radice del mio dubbio.

 

 

5.

I fiocchi di latte e pane in mezzo

alle ciglia – gli stessi occhi –

delle scuole lontane.

 

Facevamo a palle di neve

e i colpi a freddo ti crepavano le mani

tornavi quello che eri.

 

 

6.

C’era già chi spalava.

Io due passi indietro,

dentro fino al ginocchio:

sottobraccio una busta di carta,

tornavo dal droghiere

con caffè, cioccolato

 

e “Anni non miei”

(etichetta di un amaro),

poi mi decidevo

a spazzare quella fine

franate abitudini.

 

 

Invece del letargo estense

avrei preferito una vita a Avallon:

romantico svernare

nella stagione degli amori illesi.

La primavera in stanza.

 

 

7.

La sigaretta si consuma

tra le dita: ridotto

a un niente

sono io dalla passione.

 

Per prima ti ringrazio

del seguito, della ferita:

noi siamo nel dolore

liberi davvero.

 

Un mozzicone si abbandona

di spalle, si fida della neve

 

nella salvezza che congela.

 

 

Perché smentite la bufera?

 

Un vecchio impreca:

«chi si ferma è perduto».

 

 

 

 

NB. Le liriche qui pubblicate, ispirate dalle nevicate delle scorse settimane, riportano qualche modifica apportata a seguito dei consigli di editing di Renata Morresi, che ringrazio ancora.


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276