Arte e dintorni
Giovanni Cerri. Da Canova a Boccioni 
Un pezzo della nostra storia alle Gallerie d'Italia
18 Febbraio 2012
 

Si è aperta nel novembre scorso la collezione di Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo nelle 23 sale di Palazzo Anguissola Antona Traversi e Palazzo Brentani, sontuosi ambienti in via Manzoni 10 a Milano. Questa prima parte di raccolta inizia con tredici gessi per bassorilievi di Antonio Canova e arriva a Umberto Boccioni pre-futurista. Poi, a primavera la collezione si arricchirà con la presentazione del Novecento. Il pregevole allestimento è dell’architetto Michele De Lucchi. Diciamo subito che questo museo merita una visita, non solo per la corposa presenza di circa duecento opere, ma soprattutto per la loro qualità.

Dopo una prima presentazione “neoclassica” del Canova, si apre una raccolta che documenta un pezzo della storia italiana, tanti dipinti testimoniano, con un occhio quasi fotografico i cambiamenti del paesaggio, l’evolversi della città di Milano, e poi le grandi battaglie risorgimentali, in grandi opere dal taglio “cinematografico”. E in questo Gerolamo e Domenico Induno furono veri maestri, quasi anticipatori di western all’italiana, negli ampi spazi dove cannoni e truppe si contendono un territorio da conquistare o difendere, scorgendo lontani avamposti, lande e pianure lombardo-venete che sembrano filmate da Sergio Leone. Mentre, dicevamo, per le inquadrature all’ombra del Duomo, abbiamo soprattutto le immagini raffinate di Migliara e Inganni. Pittura descrittiva e illustrativa ma pittura vera comunque, dove piani, luci e ombre sono distribuiti sapientemente, così come in un altro maestro qui presente: Francesco Hayez.

Si vede, in alcune sale, la Milano dei vecchi Navigli della “cerchia” ora coperti, la piazza San Marco com’era una volta, piazza d’acqua e di nostalgici cortili. Le case di ringhiera, i costumi popolari o alto borghesi, le botteghe e le vetuste pavimentazioni, i bambini con pochi cenci addosso… quando ci si doveva accontentare di veramente poco. La Milano delle Cinque Giornate e delle barricate a Porta Tosa, di Giuseppe Verdi e della lirica al Teatro alla Scala, ma anche quella che difende i propri diritti davanti alle cannonate di Bava Beccaris nel 1898.

E poi il paesaggio, quello appena fuori porta, con le pietre miliari lungo strade polverose verso il Pavese, o quello alpestre verso il Lecchese, laddove si respirano arie manzoniane. Un nome sopra tutti qui, per la modernità del taglio: Emilio Gola, materico, poetico, luminoso persino nelle dense brume evocate. Ma citiamo anche Leonardo Bazzaro, per una forza pittorica che prorompe.

Vi sono poi pregevoli dipinti di Segantini e Morbelli, per arrivare a Previati e terminare, nell’ultima sala con l’eco di un Divisionismo che sta per mutarsi in qualcosa di più dinamico e potente, nei quadri del giovane Umberto Boccioni che sta quasi per far esplodere, sulla scintilla di Marinetti, la febbre della modernità futurista.

 

Giovanni Cerri

 

DA CANOVA A BOCCIONI
Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo
Nel cuore di Milano. Aperte al mondo.

 

GALLERIE D’ITALIA

Via Manzoni, 10 – Milano

www.gallerieditalia.com

 

 

Illustrazioni

[copertina:] Angelo Inganni, Veduta di Piazza della Scala con neve cadente vista dalla Galleria, 1874 (Collezione Intesa Sanpaolo)

[in allegato:]

Umberto Boccioni, Tre donne, 1909-1910

Giuseppe Molteni, La confessione, 1838


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