Oblň cubano
“Vogliamo essere liberi di entrare e uscire dal nostro paese” 
Yoani Sánchez scrive a Dilma Rousseff
18 Gennaio 2012
   

La blogger cubana Yoani Sánchez ha scritto una lettera alla presidentessa brasiliana Dilma Rousseff per chiedere di essere ricevuta quando alla fine del mese visiterà Cuba

 

 

«Mi piacerebbe spiegarle personalmente i particolari della nostra situazione vista dall’umile ottica di una cittadina repressa» e «darle alcune sincere opinioni diverse dal discorso ufficiale», afferma la Sánchez nella sua lettera.

Nelle ultime settimane, la stessa Sánchez, intellettuali e politici brasiliani hanno chiesto alla presidentessa di intercedere con il regime cubano per autorizzare il viaggio della blogger in Brasile, dove è stata invitata alla presentazione del documentario Connessione Cuba-Honduras, del regista Dado Galvao, che si terrà il 10 febbraio. L’Avana nega regolarmente l’autorizzazione per uscire dal paese alla Sánchez, autrice di Generación Y, il blog più noto e premiato dell’Isola.

«Temo che il governo non mi concederà il permesso di uscita. Se accadesse ancora, sarebbe la diciannovesima volta in quattro anni che mi viene impedito di partecipare a inviti di portata internazionale. Vorrei che lei mi aiutasse a riprendermi il diritto di viaggiare e di rientrare, anche perché sarebbe un precedente che aiuterebbe ad abolire definitivamente le restrizioni migratorie che tanto ci danneggiano», scrive Sánchez nella sua lettera a Rousseff, divulgata da Diario De Cuba.

Yoani afferma che «il regime dei fratelli Castro usa le restrizioni migratorie come metodo di coercizione ideologica». E aggiunge: «Siamo il solo paese dell’America Latina nel quale i cittadini devono richiedere un permesso al governo per viaggiare all’estero, l’unica nazione di questo emisfero che viola sistematicamente l’Articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E tutto questo viene imposto da regole assurde, decise da un partito, da un gruppo di potere, da un uomo».

Sánchez ricorda a Rousseff che, dalla presidenza di Luiz Inacio Lula da Silva, il Brasile «ha guidato la denuncia contro l’embargo statunitense e ha appoggiato l’integrazione regionale di Cuba». La blogger precisa che «questa integrazione non può riguardare solo governi e cancellerie; anche noi cittadini vogliamo unirci a questo latinoamerica (…) dove siamo nati». Yoani parla di libertà di espressione e cita parole della stessa Rousseff: «Proprio come lei, noi preferiamo un milione di voci critiche piuttosto che il silenzio delle dittature. Io appartengo a questo coro pluralista che sta reclamando uno spazio nella sinfonia nazionale composto da parole, nonviolenza e giornalismo partecipativo».

Dilma Rousseff dovrebbe arrivare a Cuba il prossimo 31 gennaio per compiere la sua prima visita come Capo di Stato brasiliano, improntata soprattutto a temi economici. Le relazioni tra i due paesi sono eccellenti, come dimostra la visita di martedì 17 gennaio che il cancelliere brasiliano, Antonio Patriota, ha fatto al suo omologo cubano, Bruno Rodríguez. Patriota ha detto: «Il Brasile vuol sapere come Cuba pensa di modernizzare il sistema socialista ed è disponibile a contribuire allo sviluppo economico mediante una cooperazione più stretta nei settori educazione, salute e infrastrutture». Tra gennaio e novembre 2011 lo scambio commerciale bilaterale tra Cuba e Brasile ha toccato quota 570 milioni di dollari. Dilma Rousseff si tratterrà all’Avana solo un giorno, dopo farà visita ad Haiti.

 

Gordiano Lupi

 

 

Qui per leggere la lettera integrale di Yoani Sánchez a Dilma Rousseff [PDF]


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