Laboratorio
Diana De Marchi. Quando le donne progettano
27 Dicembre 2011
 

Parlare di Expo nelle scuole, discutere di come vorremmo che questa opportunità portasse soprattutto i nostri giovani cittadini a sviluppare un’attenzione responsabile per il loro ambiente, aiutandoli a viverlo meglio. Un primo passo su questa strada è stato sollecitato dalla proiezione di La mia scuola di Renata Tardani, bellissimo film sulla scuola elementare pubblica di Milano “Rinnovata Pizzigoni”, modello di innovazione pedagogica costruita cent’anni fa grazie al sogno di una donna. Una donna ribelle che avrebbe voluto fare l’artista ma, costretta a scegliere una professione più convenzionale, ha deciso di mettere la sua passione per l’arte nella scuola riuscendo così a rivoluzionarla portandovi l’attività agricola, gli animali e gli orti insieme a musica, bellezza e fantasia: l’abolizione della monotonia per sviluppare l’intelligenza.

Questo diario cinematografico è stato poi commentato da alcune donne che, come molte di noi, hanno cercato di orientare la propria forza creativa in cambiamenti importanti nella loro vita professionale con un’attenzione particolare al benessere delle persone e dell’ambiente. La maestra che quando racconta le sue giornate lavorative sprizza una tale gioia da non poter credere che si tratti della sua professione e stimola nei suoi alunni la consapevolezza che anche l’architettura del luogo di lavoro ne modifica la qualità, favorendo la voglia di scoprire e l’elaborazione.

La contadina che si è aperta a nuovi comportamenti nella difesa del territorio modificando la logica del profitto in proposte di modelli diversi ecocompatibili di coltivazione e allevamento. E così la sua associazione ha dato il via a numerosi gruppi di acquisto solidale e alla creazione di un distretto di economia solidale che tiene insieme molte aziende agricole, puntando su relazioni costanti tra cittadini e agricoltori. Grazie a questa conoscenza diretta è aumentata in tutti i protagonisti la consapevolezza della necessità di difendere e conservare il territorio.

L’ambientalista ha testimoniato, attraverso la presentazione di un bel progetto per le scuole superiori, quanto sia importante la relazione tra la formazione e l’ambiente e come il riscoprire la natura e i nostri legami con il pianeta e la sua salvaguardia sia uno spazio decisivo per vivere, apprendere e conoscere. La drammaturga e l’attrice hanno ripreso l’esperienza del teatro come momento fondante per riflettere su di sé, conoscersi e trovare nuove forme di espressione come supporto alla creazione di relazioni migliori con gli altri, un piccolo passo verso lo stare bene e anche una possibilità in più per affrontare con linguaggi diversi temi ambientali. L’imprenditrice, fondatrice di un’azienda al femminile, ha raccolto le numerose appassionate sollecitazioni e i molteplici saperi emersi, proponendo la continuazione di questi incontri.

Si è così pensato di costruire insieme concretamente occasioni di interventi mirati a un approccio felice alla salvaguardia e alla valorizzazione della nostra città e del nostro territorio, riflettendo su modalità diverse che aiutino noi, ma soprattutto i nostri figli e le nostre figlie a vivere il loro spazio con una relazione sentimentale e fisica, portatrice di gioia. Motore trainante è la creatività che sta però nel coniugare e diffondere le molteplici eccellenze già esistenti. Così come la rivoluzionaria scuola “Rinnovata Pizzigoni” non deve restare un esperimento isolato, ma diventare risorsa per le altre scuole elementari che nella nostra città hanno tutte almeno un giardino, allo stesso modo le energie e le esperienze slegate che quest’area metropolitana offre richiedono una regia illuminata per restituire a tutti noi i benefici di modelli diversi di rapporti personali e scelte innovative con l’ambiente che ci circonda.

 

Diana De Marchi

(da Arcipelago Milano, 20/12/2011)


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