Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Farmacie verso la chiusura a causa della liberalizzazione? 
Bene. Dovremo reinventarle a misura di consumatore e non pił di solo farmacista
Annarosa Racca, presidente Federfarma
Annarosa Racca, presidente Federfarma 
14 Dicembre 2011
 

Approssimandosi la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (con ricetta e non rimborsati dal Ssn), la Federfarma lancia l'allarme: “saremo costretti alla chiusura”.

Boom!!! Il gioco di chi la spara più grossa non accenna a diminuire. Ogni corporazione che vede minata la propria nicchia in cui prospera per posizione di rendita più che per capacità commerciale, cerca di intimidire delineando scenari che loro ritengono apocalittici. Sembra quasi che dicano “come faranno i consumatori italiani senza le farmacie? Saranno tutti intossicati da overdose di farmaci e malattie da cattivi consigli...”.

Questo allarme arriva da chi, in seguito alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C vedrebbe un fatturato annuo in calo di 4.560,00 euro (380 mese),* farmacisti che -secondi solo ai notai nell'ambito dei professionisti- registrano un reddito medio annuo di 126.000,00 euro. Ci vuole proprio una bella faccia di tolla a non rendersi disponibili ad un calo di 4.560,00 euro l'anno per migliaia di nuovi posti di lavoro, prodotti meno costosi nel mercato e più facile reperibilità degli stessi (e quindi anche per questo meno costi per gli acquirenti). Evidentemente il risanamento del Paese non dovrebbe riguardare loro e tutti quelli che come loro stanno erigendo muri a difesa dei propri poteri corporativi.

Ma prendiamo pure per buono il “disastro” della chiusura delle farmacie... noi ne saremmo contenti: dovremmo ridisegnare i presidi sanitari che dovrebbero necessariamente sostituirli e, vista la tendenza economica mondiale, europea e italiana (due ex alfieri dell'Antitrust europeo e nazionale sono alla guida del nostro Governo), saranno sicuramente decisioni che partiranno dal punto di vista del consumatore e non più del solo farmacista, quindi: orari, ubicazioni, margini di guadagno, ampiezza dei servizi, accesso alla professione, etc., tutto in funzione del servizio ai consumatori.

Un sogno? Probabile! Ma, se si avvera il disastro preconizzato dalla Federfarma, siamo in prima fila a porci come consulenti del Governo per far presenti le istanze del cittadino consumatore e utente.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

* Dati delle associazioni dei farmacisti non-titolari di Anpi, Mlf e Forum farmacia.


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