Diario di bordo
Bonino, Pannella, Stanzani. Ci lascia Antonio Cassese 
Un militante del diritto penale internazionale fondamentale per la lotta contro l'impunità
25 Ottobre 2011
 

Emma Bonino, Marco Pannella e Sergio Stanzani a nome del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito e di Non c'è Pace senza Giustizia vogliono ricordare Antonio Cassese, nel giorno della sua scomparsa, come un “giurista militante” col quale oltre 20 anni fa avviammo quel lavoro che di lì a poco, nel mezzo della guerra yugoslava e del genocidio ruandese, avrebbe portato il Consiglio di Sicurezza a creare i Tribunali ad hoc per la ex-Yugoslavia e il Ruanda, e le Nazioni unite ad accelerare la stesura finale dello statuto della Corte penale internazionale.

Cassese univa le sue internazionalmente riconosciute doti giuridiche alla sensibilità di chi capisce che occorra “militare politicamente” per dare impulso alle riforme necessarie nel momento necessario associandosi a mobilitazioni transnazionali come quelle che il Partito Radicale e Non c'è Pace senza Giustizia lanciarono fin dai primi anni '90 per rispondere colla forza della Legge alla legge della forza e dell'impunità che vigevano grazie all'inanità della comunità internazionale a partire dall'Unione europea.

Cassese, che fu poi presidente del Tribunale per la ex-Yugoslavia e successivamente presidente della Corte speciale per l'omicidio Hariri, continuò sempre la sua opera “politica” in particolare per l'inclusione del reato di tortura nel codice penale italiano a oltre 20 anni dalla ratifica della Convenzione Onu.

A lui e ai suoi cari va un pensiero affettuoso dai suoi compagni di lotta per l'affermazione di un diritto penale internazionale giusto che ha consentito di porre fine all'impunità per i peggiori crimini contro l'umanità. La triste notizia della morte di Cassese si aggiunge all'altrettanto drammatica notizia dell'uccisione di Gheddafi, sulla cui sorte processuale avremmo voluto a lungo discutere col Professore relativamente alle responsabilità del Colonnello nella repressione delle rivolte della primavera scorsa ma anche del ruolo che Gheddafi giocò nel 2003 per boicottare la pace in Irak, guadagnabile coll'esilio di Saddam Hussein, e favorire la multimiliardaria e fallimentare impresa irachena di George W. Bush, Tony Blair e soci. Continueremo anche in onore di quanto fatto assieme a cercare le necessarie verità processuali e storiche convinti come siamo che una pace duratura sia possibile solo se fondata sulla giustizia giusta e la protezione e promozione dei Diritti Umani storicamente acquisiti colle lotte che ci hanno visto fianco a fianco col Professor Cassese. (Notizie Radicali, 24/10/2011)


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