Diario di bordo
Napolitano: “Non solo amnistia…”. Pannella: “Esiste un cammino più rapido e sicuro?”
04 Ottobre 2011
 

Il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano nel corso della sua visita all’istituto minorile di Nitida a Napoli, rispondendo a una domanda di un ragazzo, ha affrontato la questione della giustizia, del carcere e della possibile amnistia. Dichiarazioni successivamente riprese dalla stampa. Successivamente Marco Pannella ha replicato a quelle dichiarazioni.

Di seguito, prima le dichiarazioni del presidente, poi la risposta di Pannella.

 

 

Giorgio Napolitano, sabato 1° ottobre:

 

[…] Questa è una vergogna per il paese, la sentiamo tutti anche come umiliazione per l’Italia, quando veniamo condannati a livello europeo perché non sono degne di esseri umani le carceri sovraffollate, come sono oggi sovraffollate. Noi non possiamo dormire tranquilli.

Io non so se si creeranno le condizioni, perché affinché ci sia una amnistia ci deve essere certamente un accordo tra le forze politiche che sono in Parlamento e allo stato attuale mi pare che ci sia più disaccordo che accordo.

Però non si deve affidare solo all’amnistia, anche da parte di coloro che credono che questo sia il rimedio principale, la soluzione o almeno l’alleggerimento del problema di queste carceri che sono troppo affollate. [...]

 

La risposta di Marco Pannella, domenica 2 ottobre da RaiNews:

 

Signor Presidente, ho una critica da farti: noi stiamo combattendo da trent’anni, sempre con il nostro studio della realtà, dandogli corpo… Tu hai ben detto, il 28 luglio scorso, da garante del Diritto: una «prepotente urgenza». Adesso hai riconosciuto che sulla battaglia per l’amnistia non sono d’accordo tutte le forze politiche. Be’, tu lo scopri adesso, ma noi lo scopriamo da tempo. Allora il problema è un altro: c’è uno scontro fra una minoranza numerica – ma non minoritaria culturalmente e umanamente – e la partitocrazia! Tu non dici “partitocrazia”, ed è giusto, dici “le forze politiche unanimemente”…

Un po’ di questo ti critico, Presidente, col rispetto che sai abbiamo forte per te, da cittadino repubblicano dico questo mentre c’è uno scontro bello, drammatico, vero fra noi e un popolo che su questo non può esprimersi, come non può esprimersi su tutte le altre cose che sono connesse. Tu dichiari da garante che c’è una «prepotente urgenza», ma perché tu prima di essere Presidente della Repubblica nel natale del 2005 hai marciato con noi chiedendo amnistia e indulto, ma da allora si son sempre trovati motivi per dire “l’amnistia dopo”.

Noi in Parlamento è dal 1978 che chiediamo questo, in alternativa alla ignobile amnistia di classe detta “prescrizione”. Da allora sono passati tutti questi altri anni, e ogni volta si dice “l’amnistia non è matura”, intanto facciamo le altre cose. Le altre cose che intanto si sono fatte sono ormai la cristallizzazione della situazione del nostro Stato in flagranza di reati sostanziali, contro i Diritti Umani e tu, Presidente, hai detto contro la Costituzione, contro i diritti, contro le legalità internazionali.

Allora a questo punto è successa una cosa che nessuno in Italia sa, una cosa semplice: abbiamo scoperto che al popolo italiano da tre mesi – all’interno dei quali il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato sono intervenuti per denunciare la «prepotente urgenza» di risolvere questo problema della giustizia e della sua appendice carceraria – relativamente al problema della giustizia e delle carceri sono state fornite notizie (attraverso i telegiornali delle reti RAI, Mediaset e La7) pari a circa lo 0,3% del totale delle notizie!

Noi al Senato il 27 settembre abbiamo proposto che cosa? Visto che il ‘conoscere per deliberare’ è stato a tal punto vilipeso, massacrato, senza che nessuno se ne accorgesse, abbiamo chiesto alle autorità garanti del nostro paese di garantire che per sessanta giorni le due tesi si confrontino, e attraverso la pubblicità del confronto si possa arrivare a discuterne, di come uscire da questa situazione!

Tu, Presidente, prudente (non per calcolo ma per virtù), ieri hai fatto un ragionamento: hai accertato la maggioranza non è d’accordo sull’amnistia, quindi non è realistico, aspettiamo, non è risolutiva... ma non è vero! Si tratta di interrompere la flagranza di sequestri di persona, che hanno abolito la detenzione! Le carceri sono i luoghi dove sono detenuti innanzitutto i Direttori e la Polizia penitenziaria…

Sai benissimo Presidente che comunque la via dell’amnistia noi l’abbiamo sempre proclamata come il traino necessario per far decollare tutte le altre riforme necessarie.

Il problema è questo, Presidente. Tu come garante – non come saggio solo – devi stabilire, indicarmi, magari in privato a qualcuno, che c’è una proposta qualsiasi, sommessa, avanzata in alternativa alla velocità e alla radicalità di quello che l’amnistia (traino di tutte gli altri lavori in corso, rafforzandoli) può realizzare: ossia ritornare in Italia ad avere la legge severa.

Noi dobbiamo riconquistare per la Repubblica l’istituto della detenzione e della pena. Oggi nelle carceri della partitocrazia siamo al livello di altri detentori, i pirati somali ed altro… Quindi si tratta di interrompere d’urgenza una flagranza: con l’amnistia questo lo facciamo in modo strutturale.

Presidente, diccelo magari: esiste un cammino più sicuro e rapido che il ridurre a 1 milione, subito, i 3,8 milioni di processi penali pendenti e permettere quindi ai magistrati di farli velocemente, di non dovere continuare a perdere tempo con le prescrizioni? E se poi liberiamo le energie, le risorse rispettiamo e diamo i contratti alla Polizia penitenziaria ai Direttori delle carceri! Ristabiliamo un minimo di regole, non di umanità! Ci sono tante umanità, che si scelgono…

 

(da Notizie Radicali, 4 ottobre 2011)


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