Ritratti
DonnaÈsport 1861-2011. Storie di donne e di sport nell'Italia unita 
Una mostra antologica al Museo del Risorgimento di Milano fino al 25 settembre 2011
09 Settembre 2011
 

Non poteva esservi miglior luogo del Museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23, Milano) per una mostra di memoria quale "Donnaèsport 1861-2011. Storie di donne e di sport nell'Italia unita". Un tuffo nel passato dello sport in rosa, ricordi che accendono la fantasia, radici che rinvigoriscono la pianta del presente, un albero i cui rami si protendono al futuro.

Aperta sino al 25 settembre e visitabile gratuitamente (orari: mar-dom 9-13 / 14-17:30), la mostra fa coppia perfetta con il catalogo, a cura di Maria Canella, Luca Condini, Sergio Giuntini, Elio Trifari, che la riproduce. Un libro bellissimo (160 pp., 25 euro, Anniversary Books), corredato di immagini rare e preziose, che nulla trascura per raccontarci difficoltà, epopea, imprese, avventure delle nostre eroine dello sport: dalla cronologia ragionata all'esposizione specifica, disciplina per disciplina, e non solo quelle canoniche, ma anche le meno convenzionali o meno legate all'immaginario collettivo come pugilato, automobilismo, aviazione; dal ritratto di tante magnifiche protagoniste al capitolo dedicato agli interventi e incursioni della letteratura nel mondo dello sport. Fra gli autori sono citati brani poetici o in prosa di Giuseppe Gioacchino Belli, Edmondo De Amicis, Matilde Serao, Guido Gozzano, Gabriele D'Annunzio, Ada Negri, Anna Maria Ortese (grandi righe sul Giro d'Italia), Gianna Manzini, Giorgio Caproni, Erri De Luca, Sibilla Aleramo, che ebbe fra i suoi amori il giovane schermidore napoletano Tullio Bozza, oro a squadre nella spada alle Olimpiadi di Anversa nel 1920, prematuramente morto, a cui la poetessa dedicò molti versi: Un giorno vidi 'l nudo atleta nel suo sonno/ Rugiada al mio sguardo/ quell'arco perfetto dell'omero/ che il respiro felice solleva. E Umberto Saba, del quale non si può non riportare per intero la straordinaria poesia Campionessa di nuoto: Chi t'ha veduta nel mare ti dice/ Sirena.// Trionfatrice di gare allo schermo/ della mia vita umiliata appari/ dispari./ A te mi lega un filo, tenue cosa/ infrangibile, mentre tu sorridi,/ e passi avanti, e non mi vedi. Intorno/ ti vanno amiche numerose, amici/ giovani come te; fate gran chiasso/ tra voi nel bar che vi raccoglie. E un giorno/ un'ombra mesta ti scendeva – oh un attimo! –/ dalle ciglia, materna ombra che gli angoli/ t'incurvò della bella bocca altera,// che sposò la tua aurora alla mia sera.

Trebisonda, detta Ondina, Valla vinse l'oro olimpico a Berlino '36 negli 80 hs. Talento poliedrico – il suo record italiano nel salto in alto, stabilito nel 1937, durò sino al 1955. In una foto in bianco e nero la si vede in un elastico prodigioso balzo in lungo: apparentemente cristallizzata nel tempo dallo scatto fotografico, invero la posa è altamente dinamica ed estetica. Classe, potenza e grazia. Pioniera ed eterna.

Alla mitica Ondina si uniscono: Sara Simeoni, campionessa olimpica a Mosca '80 e primatista mondiale nel salto in alto; Mabel Bocchi, cestista tecnica e atletica, avvenente, sensibile, impegnata e intelligente, capocannoniera del Mondiale '75, bronzo europeo, otto scudetti e una Coppa dei Campioni con il Geas Sesto San Giovanni; Novella Calligaris, nuotatrice, campionessa mondiale negli 800 m con record del mondo a Belgrado '73, titanica contro le tedesche orientali; Manuela Di Centa, sci di fondo, sorriso che non si può dimenticare, plurimedagliata olimpica e mondiale; Josefa Idem, tedesca di Romagna, femminilità e potenza atletica, longevità, tenacia e classe purissima, 47 anni e un numero di medaglie impressionante, alla sua ottava partecipazione ai Giochi Olimpici in occasione di Londra 2012; Antonella Bellutti, ciclista su pista, due ori olimpici; Stefania Belmondo, altra star dello sci di fondo, splendido scricciolo capace di sopportare immani fatiche e di vincere con sorprendente continuità; Fiona May, saltatrice in lungo, campionessa del mondo e argento olimpico; Alessandra Sensini, una vita sulla tavola a vela, fra sole, sale e ori; Deborah Compagnoni, sci alpino, di Bormio, tre consecutivi ori olimpici e tricampionessa mondiale, Giovanna Trillini, scherma-fioretto, vincitrice di Olimpiadi, Mondiali e Coppa del Mondo; Valentina Vezzali, fiorettista fuori categoria, un cursus honorum che di più non si può; Francesca Schiavone, tennista vincitrice del Roland Garros 2010; Tania Cagnotto, tuffatrice figlia d'arte, un imponente gruzzolo di medaglie pregiate; last but not least, Federica Pellegrini, campionessa iridata e olimpica, primatista mondiale, regina dei 200 e 400 m stile libero, la prima donna al mondo a nuotare i 400 sl in meno di 4', così giovane (23 anni) e già un'icona, talento mostruoso, sacrificio e glamour.

E che dire di Alfonsina Morini Strada, nata a Castelfranco Emilia nel 1891, che nel 1924 corse il Giro d'Italia con i maschi: 3618 km percorsi in 171 h 54' 11”, fra i trenta sopravvissuti alla massacrante competizione. L'amazzone su due ruote. Leggendaria. Da leggere, di Gianni Celati, Storia della corridora e del suo innamorato. Irresistibile e drammatico.

«Bisogna rinnovare uno slogan che ci è caro: viva le donne d'Italia», ha scritto nel 2007 il compianto Candido Cannavò. Come non essere d'accordo?

 

Alberto Figliolia


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