Oblò cubano
Cuba. Wendy Iriepa e Ignacio Estrada oggi sposi
Wendy e Ignacio, oggi sposi. Auguri!
Wendy e Ignacio, oggi sposi. Auguri! 
13 Agosto 2011
 

Il mio matrimonio con Wendy mette in evidenza che alla comunità LGBT serve un nuovo spazio”

 

 

L’attivista LGBT Ignacio Estrada ha detto che il suo matrimonio con il transessuale Wendy Iriepa segna “una nuova tappa” per la comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender cubana.

«La comunità LGBT ha bisogno di un nuovo spazio», ha detto Estrada al periodico digitale Diario de Cuba poche ore prima del suo matrimonio, che si celebra oggi (sabato 13 ottobre, ore 15) nel Palazzo dei Matrimonio di Mayía Rodríguez, nel municipio avanero di 10 de Octubre.

«Le istituzioni non riconoscono il nostro matrimonio come le prime nozze gay a Cuba, perché affermano che Wendy ha ottenuto un cambio di identità da uomo a donna», ha detto Estrada, un omosessuale di 31 anni, membro dell’Osservatorio Cubano per i Diritti LGTB, organizzazione esterna al governo cubano. «Non lo ammetteranno mai, ma questo è il primo matrimonio gay di Cuba», la prima unione legale di questo tipo «riconosciuta dal Ministero della Giustizia» ha concluso.

Wendy Iriepa, 37 anni, si è sottoposta a un’operazione chirurgica di cambio di sesso nel 2007, tramite il Centro Nazionale di Educazione Sessuale (Cenesex), diretto da Mariela Castro. Ha ricevuto quest’anno la documentazione ufficiale che ne riconosce il genere femminile, «ma per i burocrati sarà difficile capire che il suo certificato di nascita riporta la parola maschio», ha detto Yoani Sánchez, testimone delle nozze, in un post pubblicato su Generación Y.

Mariela Castro ha rivolto i migliori auguri a Wendy - che lavorava preso il Cenesex come assaggiatrice ufficiale delle pietanze riservate alla direttrice - ma ha detto che non sarà presente al matrimonio, perché la Iriepa sposa un dissidente. Mariela Castro ha aggiunto che gli Stati Uniti finanziano le organizzazioni gay e lesbiche alternative a quella di Stato. Come al solito la colpa è dell’Impero che mette in piedi battaglie mediatiche contro l’isola felice dei fratelli Castro. Nel frattempo, per dare prova di lungimiranza e di pluralismo democratico, il regime ha fatto pressione sulla Chiesa Cattolica per far spostare lo scomodo Padre José Conrado Rodríguez dalla centrale Iglesia de Santa Teresita alla periferica El Cristo, una parrocchia situata a 15 chilometri da Santiago de Cuba. Troppa indipendenza di giudizio non aiuta…

 

Gordiano Lupi

 

 

14/08/2011 - Su Ser cultos para ser libres
Le foto del primo matrimonio gay a Cuba


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