Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Crisi economica. Legalizzare droghe leggere 
Otterremmo grossi introiti fiscali e risparmi su spese ordine pubblico
12 Agosto 2011
 

Se negli Usa può sembrare l'idea di un parlamentare abitualmente estroso, come è il democratico Jared Polis che ha proposto legalizzazione di poker online e di marjuana per maggiori introiti fiscali che, per il fatto di essere totalmente nuovi non costerebbero nulla, in Italia l'idea non sarebbe tanto peregrina.

Il poker online, dallo scorso 18 luglio, nella versione cash (con soldi durante tutto il gioco) in Italia è una realtà che, nei suoi primi 15 giorni di vita, ha visto gli italiani divertirsi con ben 350 milioni di euro. Una realtà col proprio codazzo di introiti fiscali per l'Erario.

Le droghe leggere sono anch'esse una realtà quotidiana, ma che allo Stato (e all'Erario per mancati introiti) costano molto come uscite. Non solo, ma con provvedimenti e campagne i cui risultati sono il contrario di quelli prefissi (calo di consumo e delinquenza connessa).

Nonostante i divieti, gli italiani continuano a farsi le canne acquistando dal mercato nero o coltivando clandestinamente in proprio, mentre le varie polizie usano larghi spazi del loro impegno per cercare di combattere consumo, spaccio e traffico.

È facile immaginare come un prodotto così diffuso, con un'alta domanda sempre in crescita, se l'offerta arrivasse da canali legali (e quindi soggetti al Fisco), rappresenterebbe un vantaggio economico per lo Stato. Vantaggio che lo Stato avrebbe anche da un impegno delle forze dell'ordine più concentrato su altre questioni: quindi non sarebbero, come ora, in cronica necessità di organico, mentre le altre illegalità che nuocciono alla comunità sarebbero meglio combattute, con un conseguente minor costo per tutti.

Alcuni esempi: coltivare una piantina di cannabis in casa per uso ludico, come minimo sarebbe gravato dall'Iva e da un'autorizzazione, almeno all'inizio per evitare speculazioni da parte della delinquenza che oggi rifornisce il mercato clandestino; Iva che, invece, non dovrebbe esserci se la coltivazione fosse a scopo medico. Nuovi negozi e nuovi produttori si presenterebbero su un mercato che, soprattutto all'inizio, sarebbe in forte crescita... e tutti pagherebbero le tasse, anche perché meglio controllati da una Guardia di Finanza che non dovrebbero più perder tempo a cercare nelle scuole i ragazzini che si portano gli spinelli.

 

Fantaeconomia e fantapolitica? Probabilmente per chi ha fatto del divieto all'uso di droghe leggere una battaglia ideologica, strumento delle proprie velleità moralizzatrici. Ma per chi ha una visione serena dello Stato e delle leggi, così come dei diritti degli individui, siccome stiamo parlando di sostanze che fanno molto meno male di altre droghe oggi legali, come alcool e tabacco, la loro legalizzazione rappresenterebbe un vantaggio per chiunque, sia economico che sociale e civico.

Sparigliare sui presunti convincimenti diffusi è un'arma che, in situazioni economiche difficili come l'attuale, può rappresentare una delle possibili soluzioni.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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