Arte e dintorni
Alberto Figliolia. Claudio Jaccarino, pittore e viaggiatore
31 Luglio 2011
 

In un'altra vita è stato giornalista. E ha passeggiato fra i venti e le distanze della Patagonia guardando un cielo a rovescio, depositario d'innumeri segreti, e ascoltando la voce del silenzio.

Oggi fa l'acquarellista, il disegnatore, il performer e lo sperimentatore urbano con jam session di pittura, lo scrittore e il poeta, crea ritrattondi e viaggia (camminando) e, mentre viaggia, dipinge e scrive. Da queste esperienze di molteplice sensorialità e cultura e impagabili emozioni nascono libri, preziosi taccuini di parole e immagini, versi, aforismi, squarci di vita, persone, personaggi, sentimenti e paesaggi. Claudio Jaccarino, fondatore del Laboratorio di Cromografia-Officina delle Impronte presso la Comuna Baires, artista sospeso strade e sentieri che si snodano per ogni dove, ha una memoria antica e un cuore giovane.

Da Milano al mare racconta un viaggio a tappe effettuato nel 2010, fra Milano, Genova e Torino, il cosiddetto triangolo industriale, dalla terra al mare, rivisto nei suoi luoghi naturali, oltre le convenzioni, con la magia di incontri occasionali e non casuali. Moltissime notizie, blog video e foto, riguardo a tale percorso, si possono trovare sul sito www.movimentolento.it cliccando sul link Itinerari > Ge-Mi-To.

Prima c'erano stati altri due volumi – uno su un itinerario ligure, lungo costa in venti giorni, l'altro Da Roma a Luni, 800 km lungo costa in 37 giorni di cammino a piedi tracciando una linea ininterrotta, risalendo il Tirreno e documentando il territorio – e ora Maestro di macchie-Acquarell'Andando fra La Spezia, Milano e Venezia. Tutti i libri sono stati pubblicati dalla casa editrice La Memoria del Mondo.

«A Buenos Aires, a La Spezia, a Milano, tra i vincoli economici dettati dalla necessità e l'emergenza di una necessità interiore – a volte forte quanto la fame – Jaccarino cerca di rendere il mondo meno ostile attraverso la pratica quotidiana dell'acquarello. Trasforma il carnet de voyage in un diario filosofico», simpaticamente e ironicamente si autobiografizza. La vita del resto è un cammino, è in cammino.

In realtà Claudio è sempre in viaggio, anche quando si muove dal suo Giambellino alle altre vie metropolitane e ai suoi eventuali non-luoghi. La fantasia non si può arrestare.

Dal 22 al 28 agosto il pittore spezzino-meneghino terrà uno stage intensivo di disegno e acquarello al Castello di San Terenzo, La Spezia (info: sito Internet www.jaccarino.com; cell. 338 4576147). «La pittura» spiega il Maestro «un'esperienza di esplorazione non soltanto visiva ma anche tattile, uditiva, di sinestesia, ed è un'esperienza di ambientamento nel senso che il pittore si fa tutt'uno con il mondo che lo circonda, vi si installa e vi si trova a suo agio. Il paesaggio non è più l'oggetto della pittura, ciò non è tanto qualcosa da rappresentare, quanto un modo di vedere. Si può vedere con occhi nuovi avendo a portata di mano una matita e qualche colore».

In contemporanea con lo stage nelle sale espositive, Mary Shelley e Joseph Conrad, del Castello di San Terenzo si terrà pure una personale (inaugurazione: lunedì 22 agosto, ore 19; orari d'apertura: tutti i giorni, dalle 18 alle 23; ingresso libero): Ritratti, paesaggi, acquarelli & libri d'artista, cinquanta volumi composti da acquarelli, incisioni, collages, disegni a china di Jaccarino accompagnati da una poesia, una frase, un pensiero, un aforisma sul mare.

«Omero dice divino il mare, lo dice ondisonante, lo dice canuto, lo dice vinoso. Baudelaire scrive: Uomo libero, tu amerai sempre il mare. Sandro Penna: Il mare è tutto azzurro/ Il mare è tutto calmo/ Nel cuore è quasi un urlo di gioia/ E tutto ècalmo», aggiunge.

Ha scritto di lui e del suo lavoro Gilberto Gillini: «C'è un movimento che pervade tutta l'opera pittorica di Claudio Jaccarino ed è quello segreto e meno visibile: dal basso all'alto, dal concreto all'astratto, dal materiale al metafisico. Forse sarebbe meglio dire, dal concreto realistico ad un concreto più profondo, ma ugualmente realistico. È la ricerca appassionata della realtà nella sua complessità che egli guarda con occhio da innamorato».

Anche il grande Franco Loi si è occupato dell'arte di Jaccarino: «Leggo gli appunti che accompagnano i suoi acquarelli e in alcuni casi mi riconosco come se li avessi scritti io. Così in uno leggo che “l'arte è un legame tra le persone”. Sì ma non solo. È anche un legame con se stessi. Siamo abituati a considerare il pensiero umano e tutto ciò che riusciamo a riassumere nella razionalità come il patrimonio più importante della nostra vita. Ma ecco che i sensi, il corpo, il cuore, le emozioni protestano. Quanto del nostro trascorrere nel vivere sfugge alla nostra mente! L'arte è come un recupero di vita che bilancia gli eccessi del pensiero su tutte le altre facoltà. Tenendo conto che il pensiero inconscio è a sua volta molto più ricco e folto del nostro pensiero cosciente. Così un segno, un colore, una parola, un verso, il suono steso in musica dicono qualcosa di più di un'esperienza di quanto riesca a racimolare un pensiero cosciente. Non si tratta di far opera di pittura o di letteratura, ma di risvegliare il senso di noi e del nostro stare al mondo. Compito che l'arte e la poesia hanno svolto sempre durante i secoli ad impedire che mode e ideologie d'ogni tipo potessero ridurre l'uomo al sonno e al facile dominio della prepotenza politica».

E ricordiamoci che... «Guardare è ricevere, disegnare è restituire, camminare con i colori ad acquarello è la gioia. Il respiro ascolta le onde del mondo». Da vero “discepolo e insegnante peripatetico” nonché cultore delle virtù del movimento lento.

Un altro aneddoto sull'attività di Jaccarino narratoci da lui stesso (era tarda primavera): «Abbiamo collocato io e Nicolas Schiraldi una grande tela di 4 x 2 m negli spazi 147 B e 149 B della manifestazione Arte sul Naviglio Grande, all'altezza del Ponte di Ferro, lato angolo Ripa di Porta Ticinese/Via Pasquale Paoli, sul Naviglio. Con la tela appoggiata alla spalletta del ponte abbiamo realizzato una performance pittorica – a quattro mani – dipingendo Cento facce liberamente ispirato ai quadri espressionisti di James Ensor. Per realizzare il dipinto ci siamo alternati con i colori – ogni 15 minuti – per trasporre su tela i volti degli amici e di altri modelli che per l'occasione si prestavano a posare. È nostra convinzione che queste manifestazioni debbano essere non solo occasione per mettere in mostra le proprie produzioni ma la possibilità di immergersi nella vita della città. Il ritratto diventa occasione di incontro, di dialogo e di scambio tra persone per recuperare così quella dimensione di convivialità che da sempre ha caratterizzato la zona dei Navigli. Questa iniziativa è stata anche l'occasione per invitare bambini e passanti a lasciare il loro segno pittorico: una tela è una festa dei colori».

Davvero un apostolo del “contagio della creatività”.

 

Alberto Figliolia


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