Diario di bordo
Modello sanitario formigoniano: disagio per i degenti e rischio chiusura ospedali 
Nota di Rifondazione comunista sulle condizioni delle strutture ospedaliere in provincia di Sondrio
10 Maggio 2011
 

Le vicende che coinvolgono le strutture ospedaliere nella nostra provincia confermano amaramente le previsioni di chi per anni ha tentato di mettere in guardia Valtellinesi e Valchiavennaschi rispetto alle sciagurate politiche sanitarie filo privatistiche di Formigoni e delle destre.

Perché è del tutto evidente che il cosiddetto “modello lombardo”, dietro l’accattivante slogan della “libertà di scelta”, era stato pensato per consentire ai privati di mangiarsi una fetta sempre più consistente delle prestazioni sanitarie grazie a politiche di graduale disinvestimento nelle strutture pubbliche.

E il sommarsi di disinvestimenti nel tempo è stato funzionale al precipitare della credibilità della sanità pubblica fino ai clamorosi fatti di questi giorni che hanno visto l’emergere di strutture non in regola con le normative di sicurezza, di degenti da dover trasferire, di lavoratori preoccupati per il proprio lavoro, di ospedali a rischio di chiusura.

Certo che ogni voto dato alle destre in questi anni –Lega compresa– è risultato essere una picconata ai nostri ospedali.

Crediamo che non solo debbano emergere nomi e cognomi di chi non sapendo gestire le risorse ha prodotto situazioni di disagio per cittadini e degenti, ma che tutta la politica sanitaria debba essere rivista in una prospettiva di salvaguardia e di riqualificazione e potenziamento dei presidi ospedalieri provinciali.

 

Massimo Libera

p. Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra, Sondrio



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