Notizie e commenti
“Scuola e Diritti”. La libertà in croce 
Commenti sulla sentenza della Corte europea – 2. Le associazioni impegnate nella scuola e i Comitati cittadini per la laicità
01 Maggio 2011
 

A seguito della ormai nota Sentenza della Corte Europea dei Diritti umani diverse associazioni che credono nella laicità hanno emesso il seguente comunicato:

 

Il 18 marzo 2011 la Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti Umani ha deciso definitivamente il caso Lautsi c. Italia.

Il ricorso della signora Lautsi chiedeva alla Corte di accertare che la decisione della scuola di non rimuovere il crocifisso dall’aula scolastica ove facevano lezione i propri figli violava l’obbligo per le autorità statali di rispettare il diritto dei genitori a garantire l’insegnamento e l’educazione dei propri figli in conformità con le proprie convinzioni religiose e filosofiche ed il diritto di libertà religiosa.

La Seconda Sezione della Corte, a novembre 2009, aveva ritenuto che la presenza del crocifisso violasse i diritti della ricorrente e la libertà di coscienza di coloro che sono i destinatari dell’attività di proselitismo. La Grande Chambre ha deciso in senso contrario.

La recente sentenza ha deciso di prendere le distanze da quella della sezione semplice su due punti: (a) l’impossibilità di ritenere ragionevolmente che un simbolo religioso alla parete della classe abbia o meno effetto sui giovani la cui convinzioni sono in via di formazione (b) che, nell’applicazione della Convenzione Europea sui Diritti Umani, vi è un margine di apprezzamento di ogni Stato contraente relativamente alla decisione di (b1) proseguire una tradizione, (b2) organizzare l’ambiente scolastico, (b3) dare preponderante visibilità ad una religione se non si configura un indottrinamento. Tale margine di apprezzamento sarebbe confermato dal fatto che non vi è una normazione o una prassi comune ai diversi Stati europei circa l’esposizione (o meno) di simboli religiosi nelle scuole.

La sentenza ci pare argomentata in maniera meno completa e meno rigorosa di quella della seconda sezione e l’opinione dissenziente espressa dai giudici Malinverni e Kalaydjeva illustra bene i passaggi critici. Sicuramente il dibattito giuridico non è destinato a sopirsi.

È grave e preoccupante che la Corte abbia evitato di esaminare, come sarebbe stato doveroso, la questione della violazione dell’art. 9 della Convenzione nella prospettiva del diritto degli scolari a credere o a non credere, ritenendo che non sussista alcuna distinzione rispetto alla violazione dell’articolo 2 del protocollo n. 1. Il diritto degli scolari a credere o non credere in una religione aveva assunto, invece, grande rilievo nella sentenza della seconda sezione della Corte di Strasburgo.

D’altra parte, la sentenza non approva la posizione del Governo, i cui argomenti difensivi sono stati in gran parte contestati dalla Corte, ma si limita a riportare, per ora, il dibattito giuridico e politico nei confini nazionali. Con alcune significative prese di posizione: (a) il crocifisso rappresenta indubbiamente e primariamente un simbolo religioso, (b) l’esposizione del crocifisso privilegia una religione sulle altre, (c) l’esistenza di una tradizione non esime lo Stato dal rispetto dei diritti (d) lo Stato si deve comunque far carico di garantire che gli atti e i comportamenti dell’istituzione scolastica siano pluralisti e inclusivi. Qui la Corte europea, dato atto del contrasto nella giurisprudenza nazionale, pare invitare con garbo i giudici italiani a rivedere alcune affermazioni pregiudizialmente favorevoli all’esposizione del Crocifisso e a valutare con attenzione i casi concreti alla luce della Costituzione e della legislazione nazionale.

Ringraziamo la famiglia Albertin-Lautsi per l’impegno profuso in questi anni per far valere un diritto ed un principio che appartengono a tutti noi.

Non muta la nostra preoccupazione che attraverso la presenza di un simbolo religioso nei locali scolastici si possa giustificare il privilegio di una religione “prevalente” e dunque favorire una predominanza della chiesa cattolica romana e delle sue gerarchie nella realtà sociale e politica italiana, come più volte in questi anni abbiamo dovuto constatare e denunciare. Si accentua la nostra preoccupazione per l’atteggiamento dei Governi e della c.d. opposizione politica, che rivela l’intento di conservare una sorta di gerarchia di fedi religiose con al vertice il cattolicesimo, ex religione di stato detronizzata di diritto, a seguito della revisione pattizia del 1984, ma di fatto sempre dominante, e via via le altre religioni o convinzioni personali.

Una visione lungimirante della nostra storia e della nostra società ci induce a continuare ad impegnarci con maggiore determinazione per ottenere un pluralismo inclusivo e un sistema di garanzie capace di assicurare la laicità e la neutralità delle istituzioni civili.

 

CGD - Coordinamento Genitori Democratici Onlus, Angela Nava

CIDI - Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, Sofia Toselli

Comitato bolognese Scuola e Costituzione, Bruno Moretto

Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni, Tullio Monti

Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, Tullio Monti

Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni, Flavia Zucco

FNISM - Federazione Nazionale degli Insegnanti, Gigliola Corduas

MCE - Movimento di Cooperazione Educativa, Maria Cristina Martin

Scuola per la Repubblica, Antonia Sani

UAAR - Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Raffaele Carcano

Rete Laica Bologna, Maurizio Cecconi

Fondazione Critica Liberale, Enzo Marzo

Associazione Italialaica.it, Mirella Sartori

Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”, Maria Mantello

C.I.E.I. - Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, Lidia Goldoni

Movimento d'azione Giustizia e Libertà, Antonio Caputo

Associazione nazionale Liberacittadinanza, Maria Ricciardi Giannoni

Democrazia Laica, Enrico Modigliani

Associazione “31 ottobre” per una scuola laica e pluralista, promossa dagli evangelici italiani, Nicola Pantaleo

CRIDES - Centro Romano di Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola, Antonia Sani

Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, Cesare Pianciola

 

Noi riteniamo che la conclusione del ricorso della signora Lautsi sia semplicemente emblematico della situazione di gravissimo affanno che vive oggi “l’Europa Unita”, grande sogno di moltissimi europei, che, purtroppo, oggi è sempre più messo in discussione. Ne sono testimonianza l’incapacità politica, evidenziata negli ultimi tempi, di gestire unitariamente le crisi internazionali (rivolte nei paesi arabi, crisi libica, emergenza profughi…).

Sempre più assistiamo ad un ritorno ad atteggiamenti “nazionalistici”, addirittura ad “alleanze” franco britanniche in funzione antitedesca (sic!); tutto questo ci preoccupa profondamente perché crediamo nella pace, nel dialogo, in una Europa sempre più unita e garante della libertà di tutti!

Ciò che, secondo noi, sono le vere fondamenta dell’Europa: i valori nati dall’Illuminismo, sono sempre più, subdolamente, messi in discussione da forze che dalla emarginazione di tali valori avrebbero solo da guadagnarci imponendo le loro concezioni dogmatiche e autoritarie.

Un piccolo esempio del lavorio sotterraneo che tali forze svolgono?

Pochi, forse, hanno ben capito cosa siano le prove INVALSI, in poche parole dovrebbero essere delle verifiche svolte a livello nazionale per accertare il livello raggiunto dagli alunni di cl. II e V Primaria e cl. I e III della Secondaria di Primo grado in Italiano e Matematica.

Anni fa si verificava anche il livello raggiunto da questi alunni in Scienze, poi la verifica di Scienze scomparve, è ovvio siamo in Italia, quest’anno, udite udite, è apparsa la verifica di Religione!

Ai genitori degli alunni interessati sono giunte comunicazioni con l’intestazione della scuola, frequentata dai figli, quindi ufficiali, nelle quali si comunica tale nuova verifica sostenendo che è stata “suggerita” (sic!) dalla Conferenza Episcopale Lombarda… ai genitori degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica è stato richiesto “se intendono autorizzare la partecipazione del proprio figlio a tali prove”. (?)

La progressiva delegittimazione del concetto di laicità prosegue, senza troppo rumore ma attivamente, e con l’appoggio della dirigenza della scuola pubblica statale, quella scuola che dovrebbe essere di tutti e per tutti!

Un’ultima riflessione: la signora Lautsi e la sua famiglia, piccoli Davide contro il Moloch (Chiesa cattolica, Governo, maggioranza-opposizione-Presidente della Repubblica, italiani, Chiesa ortodossa, Polonia, Grecia e vari altri stati…) non hanno avuto giustizia, e con essi tutti i cittadini che credevano in un’Europa garanzia di libertà.

Ha vinto il potere, il re è nudo, l’Europa è moribonda!

 

Scuola e Diritti, la segreteria


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