Lo scaffale di Tellus
Fortificazioni nel bacino dell’Adda 
Recensione di Cristian Copes
29 Aprile 2011
 

Autori Vari

Fortificazioni nel bacino dell’Adda

Atti del convegno tenutosi alla villa Monastero di Varenna il 15 ottobre 2005

a cura di Graziella Colmuto Zanella, Luciano Roncai e Guido Scaramellini

Castella”, n. 94, Sezione Lombardia dell’Istituto italiano dei castelli, Milano 2010, pagg. 212, € 25,00

 

Edito nella collana “Castella” dell’Istituto italiano dei castelli dalla sezione Lombardia con prolusione dell’architetto Flavio Conti sulle acque e le fortificazioni, il libro raccoglie gli atti del convegno tenutosi a villa Monastero di Varenna il 15 ottobre 2005 ed è stato curato dagli studiosi Graziella Colmuto Zanella, Luciano Roncai e Guido Scaramellini. Quest’ultimo, noto storico chiavennasco e presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi, è pure presidente della sezione Lombardia dell’istituto che da quasi cinquant’anni si occupa dello studio, salvaguardia e valorizzazione dell’architettura fortificata in Italia.

Il volume tratta delle fortificazioni lungo il corso dell’Adda e raccoglie una quindicina di relazioni, due delle quali riguardano la Valtellina e la Valchiavenna. Nella prima l’architetto Graziano Tognini di Sondrio parla dei restauri, da lui condotti a Tirano in collaborazione con gli architetti Sara Beatriz Gavazzi e Giampaolo Rinaldi, al castello di Santa Maria e alla porta Milanese delle mura sforzesche. Dopo una sintesi bibliografica sugli studi relativi alle difese valtellinesi e valchiavennasche, nella seconda relazione il prof. Scaramellini si sofferma sulle fortificazioni smantellate dopo il trattato del 1639 che sancì la pace tra Spagna e Francia.

Delle difese più antiche della provincia di Sondrio rimangono alcune preziose testimonianze nei resti dei castelli di Chiavenna, di Grosio, di Bormio e di Tresivio, sede del capitano di Valtellina, restaurato nella seconda metà del Quattrocento. Per quanto riguarda le torri, al Medioevo risalgono quelle dei De Simoni e dei Bruni a Bormio, di Castionetto a Chiuro, di Pedenale a Mazzo e quella di Albosaggia, oggi inglobata in un palazzo rinascimentale della famiglia Paribelli. Probabilmente al XII secolo risale la casaforte dei nobili Peverelli in località Madonna delle Grazie nel comune di Mese, mentre al Duecento possono risalire le torri di Teglio e Carona, le due di Fraéle, il castello recinto di Montagna in Valtellina, detto di Mancapane, e quello di Masegra a Sondrio, riattato nel XV secolo. Al periodo medievale datano pure il palazzo Balbiani di Chiavenna, residenza nel Quattrocento dei feudatari del duca di Milano nel contado chiavennasco, e la torre sul promontorio di Segname a Gordona, donata vent’anni fa al comune dalla signora Ennia Biavaschi.

Con l’avvento nel 1335 dei Visconti in Valtellina e Valchiavenna si costruirono le torri di Castello dell’Acqua, del Colombée a San Pietro di Samòlaco, quella delle Ore a Bormio e i castelli di Grosio e Caspoggio, di Domòfole nel comune di Mello, di Bellaguarda a Tovo di Sant’Agata, del Larice a Castione e quello sulla collina di Santa Caterina a Gordona, voluto dal vescovo di Como Bonifacio Boccabadati. Preoccupato di un’ulteriore incursione da parte della temibile milizia della Repubblica delle Tre Leghe, verso la fine del XV secolo Ludovico il Moro fece cingere di mura Chiavenna e Tirano e ordinò di riattare il castello di Tresivio e la torre di Piattamala, all’imbocco della val Poschiavo. Analogamente lo Sforza fece costruire la muraglia di Serravalle, all’ingresso del contado di Bormio, andata distrutta nell’alluvione del 1987.

Come sottolinea Guido Scaramellini nel suo studio, anche dopo il Capitolato di Milano del 1639 nel territorio dell’attuale provincia di Sondrio si costruirono delle abitazioni fortificate, tra cui quella della fattoria della Cesura a Gordona.

Le altre relazioni contenute nel volume sono incentrate su diverse fortificazioni che, come quelle valtellinesi e valchiavennasche, sorgono anch’esse in province bagnate dall’Adda. Tra queste si segnalano quella del dottor Gian Luigi Daccò sul castello di Lecco, delle studiose Silvia Lusuardi Siena e Simona Sironi sul castello di Trezzo sull’Adda e della prof. Michela Fior sul forte di Fuentes, baluardo costruito al principio del XVII secolo al confine tra il ducato di Milano, allora sotto gli Spagnoli, e il dominio grigione.


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