In tutta libertà
Alberto Figliolia. "The Next Three Days" di Paul Haggis
20 Aprile 2011
 

Un thriller emozionante. Una storia d'amore invincibile. The Next Three Days ha un ritmo veloce e incalzante, come nei più classici film d'azione, e, nel contempo, tempi interiori dilatati. John Brennan (Russell Crowe), insegnante in un college pubblico, la moglie Lara (Elizabeth Banks) e il loro bambino Luke (Ty Simpkins) sono una famigliola modello, perfetta, lineare, solare, rassicurante. Una calma serena e non turbata da alcunché. Almeno sino a quando lei non viene accusata di omicidio, processata e incarcerata. Per quanto Lara professi disperatamente la propria innocenza, la sentenza va in senso contrario. Il corso della giustizia compie implacabile il suo corso. Nella prigione di Allegheny è persa ogni speranza di una vita insieme. Nessun appello o ricorso muterà gli eventi.

Dopo tre lunghi anni di attesa, fra colloqui frustranti, un tentativo di suicidio da parte di Lara, un'esistenza che pare naufragare, un figlio triste, silente e solitario, John, al culmine di una dilaniante angoscia, concepisce un ardito piano di fuga e di evasione per la moglie. Il mite professore muta in uomo dall'agire spietato e necessario. Il piano è geniale e lo sviluppo appassionante. Sarà coronato dal successo?

«Ho sempre voluto fare un thriller, specie uno di quelli in cui la storia d'amore gioca un ruolo centrale» spiega Paul Haggis, il regista. «Avevamo un classico scenario alla Hitchcock, un uomo assolutamente comune che, all'occorrenza, si caccia in situazioni straordinarie. Non può sopportare di vedere la moglie e il figlio soffrire tanto per essere separati l'uno dall'altra. Ma quando scopre ciò che occorre per tirarla fuori di lì deve porsi un difficile quesito: “Salveresti la donna che ami sapendo che nel farlo ti trasformeresti in qualcuno che lei potrebbe non amare più?”. Il film tratta anche della natura e del potere della fiducia. Qual è il significato di provare una fiducia incondizionata nei confronti di qualcuno anche quando nessun altro ce l'ha, quando i fatti suggeriscono il contrario, quando nemmeno queste persone credono più a loro stesse».

Elizabeth Banks dalla sua ha affermato: «Questo film non indaga nello specifico se lei è veramente innocente o colpevole; parla di quello che può essere provato davanti a una corte e delle ripercussioni in chi ti ama e crede incondizionatamente in te».

John sprofonda anche nei bassifondi pur di salvare la moglie e il figlio, il loro amore. Una discesa agli inferi per riprendersi quel piccolo pezzo di paradiso negatogli dalle più crudeli e impreviste circostanze, quando tutto congiura contro e gli elementi s'incastrano in una maniera sbagliata, trucidamente ingannevole.

La storia si svolge a Pittsburgh, una location non casuale secondo la testimonianza del regista: «Ci siamo innamorati di quel posto. Lo skyline è grandioso e ogni quartiere è fiero e distinto, ben radicato nelle caratteristiche che gli sono proprie. Pittsburgh è quasi un personaggio del film, il che è grandioso. La geografia e il panorama urbano e i ponti e il tunnel e il Carcere di Allegheny sono descritti in maniera molto evidente nella sceneggiatura».

«Pittsburgh è una città visivamente esaltante», conferma lo scenografo Laurence Bennett. La quinta metropolitana prescelta svolge in effetti la sua parte nel disegnare gli accadimenti.

La tensione sale vertiginosamente, scena dopo scena. E, dopo l'esplosione del dramma, l'implosione della solitudine. Quindi una nuova escalation e infine...

 

Alberto Figliolia


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