Dialogo Tf
Nicola Vacca. Il basso impero del berlusconismo
05 Aprile 2011
 

«Veramente la scoperta che c'è un’Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L’Italia del 25 luglio, l’Italia dell’8 settembre, e anche l’Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l’avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo». Chi ha pronunciato queste parole non si chiama Marco Travaglio. Non sono affermazioni di Bersani. Queste cose le ha dette Indro Montanelli nel 2001.

Il grande giornalista aveva anticipato di quasi un decennio la fase più cruenta e pericolosa della deriva berlusconiana. Con largo anticipo sui tempi, Montanelli aveva preconizzato il tanfo da basso impero che sta avvelenando le istituzioni. Sinceramente non pensavamo che l’agenda politica del Paese sarebbe stata dettata da mignotte di ogni nazionalità, da scandali e scandaletti e soprattutto dai problemi giudiziari del presidente del Consiglio in carica. A questo punto non ci interessa sapere se in tutto questo ci sia del vero. Lasciamo volentieri queste crociate di moralismo agli antiberlusconiani di maniera. Ma non è più possibile sopportare questa situazione. L’Italia è ingovernabile: da più di due anni si soffoca. I particolarismi narcisistici di Silvio Berlusconi tolgono il respiro. La vita politica di un Paese non può ruotare intorno alla sua figura.

La volgarità e la bassezza regnano sovrane se anche un signor nessuno come Gianfranco Fini può presentarsi agli italiani come l’uomo nuovo del riscatto e della rinascita. «Berlusconi è un uomo che ha risorse inimmaginabili, che ha della verità un concetto del tutto personale, per cui la verità è quello che dice lui. E a questa sicumera, forse a forza di dire bugie, ci crede, forse diventa un bugiardo in buona fede perché questo lo faceva anche prima». Montanelli aveva visto giusto anche in questo. Berlusconi ogni giorno afferma di essere talmente indispensabile al Paese che una sua defezione procurerebbe a tutti danni irreversibili. Montanelli aveva capito ieri che la verità personale del Cavaliere oggi si sarebbe chiamata megalomania.

 

Nicola Vacca


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