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Scuola e Diritti. La furbizia della disabilità. Lettera al Ministro Maria Stella Gelmini
29 Marzo 2011
 

Una nostra associata interviene rivolgendosi direttamente al Ministro dell’Istruzione. (Scuola e Diritti, la segreteria – p. 'l Gazetin, aprile 2011)

 

 

Gentile Ministro Gelmini,

 

ho ascoltato con interesse ed attenzione l’intervista da Lei rilasciata a Fabio Fazio durante la puntata del programma “Che tempo che fa” in onda su Rai Tre domenica 13 marzo.

Quello che mi ha colpita è l’atteggiamento ostile da Lei mostrato nei confronti di almeno tre tematiche e dei relativi protagonisti: la pulizia nelle scuole, la collocazione delle università italiane in un panorama internazionale, la disabilità.

In tutti e tre i casi mi sembra Lei abbia espresso una opinione - i bidelli non puliscono bene le scuole; le università pretendono pur non riuscendo a collocarsi in posizioni di prestigio nelle graduatorie internazionali; furbi quelli che cercano di ottenere certificazioni di disabilità in casi in cui non è necessario - non solo con molta forza ma quasi con astio.

Mi soffermo solo sul terzo punto per dire che non è un percorso facile quello che conduce ad una certificazione di disabilità; spesso, anche in situazioni di evidente necessità, le famiglie sono restie ad accettare tale supporto perché temono che il loro figlio sia considerato “diverso” nella comunità scolastica e non solo; è una strada di grande dolore che chiama al rispetto; l’essere dichiarati disabili può essere un modo per provare a sopperire alle specificità di una persona che non rientra nei parametri di “normalità” sui quali la scuola, come la società, sono costrette ad organizzarsi. Ritengo che un numero maggiormente elevato di dichiarazioni di disabilità, di emersione di problemi, sia una misura di civiltà in un Paese, non un giochetto di furbizia; credo che non sia questo uno dei luoghi dove alberga il “fare i furbi” nel nostro Paese.

So che Lei è recentemente diventata madre. Approfitto dell’occasione per inviarLe i migliori auguri per questa impareggiabile esperienza che ha da poco tempo intrapresa. La invito, se posso, ad approfittare del particolare momento che sta vivendo per coglierne quello che di più importante l’esperienza di essere genitori ci offre: un maggiore aprirsi al mondo, lo sviluppare la capacità di ascoltare, di entrare in sintonia, e di rispettare.

Sono turbata nel constatare, anche in seguito alla Sua intervista, che non ci sia sempre serenità nel lavoro di chi ci governa. La serenità di giudizio credo sia componente essenziale di ogni buon governo, insieme alla fermezza, senza dubbio. Ma se la serenità è offuscata, se non viene esercitata la capacità di ascolto, se emerge il pregiudizio, la fermezza si traduce in insofferenza, in intolleranza.

Durante l’intervista abbiamo sentito più volte ripetere che Lei è per una scuola di qualità. Chi può non essere d’accordo? Ma noi operatori della scuola, noi cittadini, non abbiamo ancora registrato, nella Sua azione di governo, un qualche provvedimento che vada in quella direzione. Attendiamo di vedere nei fatti quanto più volte annunciato.

 

Rossella Baldini


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