Diario di bordo
Libia: fermate la repressione 
Petizione Avaaz.org - The World in Action
24 Febbraio 2011
 

Cari amici,

L'esercito di Gheddafi in Libia sta brutalmente uccidendo migliaia di manifestanti pro-democrazia. Questa settimana l'ONU e l'UE si riuniranno d'emergenza sulla Libia e potrebbero decidere di congelare i beni del regime, istituire una zona di non sorvolo e adire i tribunali internazionali. Chiedi all'ONU e all'UE di agire ora perfermare il bagno di sangue:

 

QUI PUOI FIRMARE LA PETIZIONE

 

Il colonnello Gheddafi ha comandato il paese da tiranno per 42 anni, senza parlamento né costituzione. È il dittatore più longevo di tutta l'Africa e del Medio Oriente. Nessun giornalista straniero è potuto entrare in Libia, e il governo ha chiuso internet e la rete dei telefoni cellulari nel tentativo di nascondere la brutale violenza in corso. Ma i manifestanti, che chiedono il cambiamento del regime e i diritti fondamentali, dicono che migliaia di persone sono ancora per le strade nonostante migliaia di loro siano state massacrati. Il commissario ONU per i diritti umani Navi Pillay ha detto che gli attacchi da parte del governo «potrebbero essere considerati crimini contro l'umanità».

 

Sconvolti dalle atrocità, i diplomatici libici e alcuni alti comandanti dell'esercito hanno già disertato dal regime. Sia il Consiglio di Sicurezza dell'ONU che l'UE hanno chiesto la cessazione immediata della violenza, ma nessuno dei due finora ha agito. Se l'UE e l'ONU alzassero la pressione su Gheddafi e la sua corte - confiscando le loro ricchezze e minacciando di processarli - quelli che ora danno l'ordine di uccidere potrebbero ripensarci e fermare il bagno di sangue.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si tiene ora in Brasile, un governo fortemente impegnato nei diritti umani nei confronti del quale Avaaz ha costruito una reputazione solida di impegno e attivismo. Non ci rimane molto tempo per convincere l'ONU e l'UE: inondiamo le loro e-mail di messaggi da tutto il mondo! Invia un messaggio e fai il passaparola con tutti i tuoi amici e la tua famiglia (firmando puoi aggiungere anche una richiesta più 'italiana', con Emma Bonino: e) sospensione immediata e unilaterale del Trattato italo-libico).

 

Le persone in Libia vengono ammazzate perché chiedono libertà, salute, educazione e un salario decente: bisogni primari che tutti noi condividiamo. Oggi alziamo le nostre voci da ogni angolo del mondo come comunità globale per condannare questi massacri vergognosi e insieme agiamo per fermare il bagno di sangue e sostenere il giusto appello al cambiamento dei libici. 

 

Con speranza e determinazione,

 

Alice, Ricken, Pascal, Graziela, Rewan e tutto il team di Avaaz


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276