Oblò cubano
Obama commemora l’anniversario della morte di Orlando Zapata Tamayo 
“La sofferenza del popolo cubano non passa inosservata”
24 Febbraio 2011
 

In un messaggio diffuso ieri, il Presidente degli Stati Uniti assicura che la persecuzione dei dissidenti «dimostra quanto è lontano dal compiersi il sogno di Zapata».

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commemorato il primo anniversario della morte di Orlando Zapata Tamayo affermando che «il popolo cubano deve sapere che la sua sofferenza non passa inosservata».

«In un giorno come questo, ricordiamo la tragica morte di Orlando Zapata Tamayo, che un anno fa ebbe il coraggio di difendere i diritti del suo popolo ricorrendo a un estremo sacrificio, catalizzando l’attenzione mondiale sugli abusi perpetrati ai danni di cubani incarcerati per motivi politici dalle autorità», ha detto Obama.

Il messaggio, pubblicato sulla pagina web della Casa Bianca, afferma che «l’attenzione prestata al gesto di Zapata» e le proteste pacifiche delle Damas de Blanco «hanno permesso di liberare» alcuni dissidenti grazie ai “buoni uffici” della Chiesa Cattolica.

«Oggi mi unisco al popolo cubano per commemorare questo anniversario, chiedendo ancora una volta l’immediata e incondizionata liberazione di tutti i prigionieri politici», ha detto Obama, stigmatizzando la persecuzione e la detenzione della madre di Zapata, Reina Luisa Tamayo, e di altri dissidenti cubani.

«Questo dimostra che il sogno di Zapata è ancora lontano dal compiersi», ha aggiunto.

Obama ha ricordato che da quando è stato eletto Presidente degli Stati Uniti si è «messo in contatto» con il popolo cubano per «appoggiare il giusto desiderio di determinare liberamente il futuro, ottenendo libertà e giustizia».

«I cubani devono sapere che la loro sofferenza non passa inosservata e che gli Stati Uniti sono al loro fianco per difendere il diritto inalienabile a ottenere diritti e libertà inalienabili per ogni essere umano», ha concluso il Presidente.

Raúl Castro ha appena compiuto tre anni di presidenza, ma la sua politica in tema di diritti umani non è cambiata. I prigionieri scarcerati sono obbligati ad accettare la via dell’esilio oppure tornano a casa per essere perseguitati e fatti oggetto di umilianti atti di ripudio. Il cambiamento che il governo cubano propone in tema economico sembra soltanto opportunistico e soprattutto non va di pari passo con la creazione di una società libera e giusta.

 

Gordiano Lupi


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