Diario di bordo
Marco Lombardi. Fiat, un monologo sospetto
04 Gennaio 2011
 

Non sono stato un fan di Marchionne quando, agli esordi, tutti ne osannavano la capacità manageriale di scrostare la Fiat da decenni di lassismo gestionale. Vedevo troppi Enti Locali e Pubblici svecchiare i propri parchi auto con la Nuova Seicento.

Nemmeno però ne sono oggi un cieco accusatore. Esiste una proprietà, un CdA e quindi un Amministratore Delegato che da questi dipende. Dove è andata a finire la famiglia Agnelli che rodava i suoi rampolli nelle catene di montaggio? a cosa servì quella confidenza con la manualità operaia, se oggi non è buona neppure a commentare le modernità ergonomiche di un modello produttivo la cui umana sostenibilità è tutta da definire? Il mercato mondiale delle auto è al collasso ed anche la svolta verde di alcuni grandi marchi stranieri mostra enormi limiti.

Che la Borsa si sia tolta il cappello di fronte alla prima, niente di così eccezionale.

Se però il tempo non sarà galantuomo ed il titolo autovetture collasserà, come è facile prevedere una volta scorporatolo da quello ben più solido di camion e motrici, il piano Obama (mica Sacconi, con tutto il rispetto) per il salvataggio Crysler avrà una sola uscita di sicurezza, che porta dritto di là dall'oceano. Si parla tanto del dibattito sindacale, ma perché tacciono i grandi azionisti?

 

Marco Lombardi


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