Oblò svizzero
Daniele Dell'Agnola. Ambrì e Gottardo, spazio ed emozioni 
Riflessioni di fine anno
Daniele Dell
Daniele Dell'Agnola 
28 Dicembre 2010
 

Gottardo 2020 pare tramontato. Annebbiata e in sospeso come un filo invisibile tra le rocce, rimane un’idea ridimensionata di un progetto potenzialmente fecondabile, ma che non è mai nato. L’immobilità del Ticino “al di sopra” del traforo fa contrasto con il gran lavorio sotterraneo di Alptransit. L’opera ha dimensioni mastodontiche, un significato epocale, un simbolo da sfruttare per rendere concreti dei progetti che siano duraturi per le Tre Valli, per il Sopraceneri, per il Cantone.

Ci vuole creatività.

Ci vuole coraggio politico.

Ma pare che il fiuto economico porti gli investitori altrove.

In Leventina suonano allarmi che sembrano pernacchie, o quanto meno scherzi del primo aprile. Le notizie vanno dalla chiusura, per manutenzione, della galleria autostradale del San Gottardo (a cui fanno eco coloro che vogliono il raddoppio), fino al tramonto dell'HCAP: una fine che pare un incubo, un pezzo d'anima amica che se ne va. Per gli avversari, i cugini luganesi, significherebbe perdere sportivamente un “nemico” necessario. “Sore, preferiremmo che Dio togliesse Mediaset dal mondo. Ma non la Valascia...”, sentenzia uno studente delle superiori, tifoso incredulo.

Ma crede in Dio.

Attorno a questo bruttume di notizie (anche Lara Gut lascia Comano per raggiungere territori più comodi), la vita va avanti con il solito baccano mediatico e il panettone a tamponare: i politici imbustano auguri perché ad aprile ci sono le cantonali, il nuovo libro del mese verrà presentato sul trono della classifica. Verrà venduto anche nelle pasticcerie. E nevicheranno cartelloni pubblicitari con baronetti sorridenti, e ancora topi e gatti. Tutti, anche i promotori, a dormire, o forse a meditare tra le luci delle feste.

Tuttavia, nel caos, il Potere economico e politico esiste e si muove, dietro le quinte, in silenzio come l'ovatta. E allora mi chiedo se questa volta non andrebbe coordinato un urlo, da destra a sinistra, passando dal centro e nell'interesse di tutti. Dire “interesse di tutti” è già utopia? Parlo metaforicamente di un “urlo” creativo, d'assieme. Proprio il mondo della politica, dell'impegno artistico, della creatività, dell'economia, del pubblico e del privato, dovrebbero mettersi insieme per ragionare il futuro di questo cantone, che sarà tagliato da transiti, affettato, utilizzato e masticato da Nord a Sud.

Gottardo 2020 dovrebbe a mio avviso essere tradotto, rielaborato come idea, in funzione sportiva e creativa. L'economia e la politica, nell'immobilismo e nella rassegnazione, muoiono. Vivono invece nella concorrenza delle idee trasparenti e innovative. La regione del Gottardo detiene un significato anche nel nome dell'Ambrì Piotta. Nelle Tre Valli e non soltanto, abbiamo bisogno di fiori che crescano quando la neve se ne va in Primavera. E l'apertura di Alptransit è vicina.

Vogliamo tagliare il nastro davanti ad una periferia spopolata e senza più l'Ambrì Piotta? Di fronte a spazi desolanti, privi di riferimenti emotivi? Oppure vogliamo dare significato e creatività al territorio, agli spazi vivibili dei giovani? Se perdiamo il treno, questa volta saranno le future generazioni a pagare. I soliti volti noti della politica non si scordino un fatto: molti ragazzi che popolano i corridoi delle scuole hanno risorse sorprendenti. Diamo loro dei canali per esprimersi e per creare. Apriamo finestre per loro. I messaggi di chiusura non servono a nessuno.

 

Daniele Dell'Agnola


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