Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Canone Rai. La farsa della Leganord è in sintonia col guazzabuglio dell'odiata imposta
17 Dicembre 2010
 

Puntuale come una vacca svizzera, arriva anche quest'anno la mungitura della Rai per dar da bere agli italiani un latte avvelenato: quello del finto impegno della Leganord per l'abolizione del canone. Finto impegno che serve solo a catturare presunti (per loro) allocchi che -non informati- credono di ottenere un risultato con l'evasione fiscale spacciata come obiezione di coscienza.

È quanto viene perorato anche da autorevoli rappresentati di questo partito che siedono nella commissione di vigilanza parlamentare della Rai, come l'on. Davide Caparini (foto). Una farsa che, secondo gli artefici, dovrebbe servire a portar loro più consensi.

L'elemento scatenante è stato l'abituale ridicolo spot della Rai che ogni fine anno promette ricchi premi e cotillon per quei cittadini che faranno il loro dovere di contribuenti pagando l'imposta per il possesso di un apparecchio tv. Con la scusa dei dialetti incomprensibili ai non indigeni, si è scatenata una finta battaglia di spot. E al ridicolo della Rai si è aggiunta l'istigazione a disobbedire alle leggi da parte della Leganord che invita a fare “obiezione di coscienza” non pagando l'imposta Rai.

Questo dell'imposta da non pagare è un motivetto che viene fuori a singhiozzo da parte di chi, espressione del potere costituito, ogni tanto si lamenta perché la tv di Stato non gli dà quello che lui ritiene lo spazio giusto (Berlusconi, per esempio) o dà informazioni ritenute difformi dal proprio pensiero (Leganord e Berlusconi, sempre come esempio).

Il canone/imposta, cioè, è una sorta di “pannicello caldo” (come dicono a Roma...) che serve a confortare il presunti fustigati di turno. Ma da qui a fare battaglia e proposta politica per la sua abolizione, ci passa un oceano. Non solo, ma il Governo Berlusconi di cui la Leganord è parte determinante, sta per far approvare un sistema di esazione del canone da incubo: se non lo paghi nella bolletta elettrica, ti tagliamo anche la luce!

Non ce ne vogliamo i molti abolizionisti presenti un po' in tutti gli schieramenti.

Ma un contribuente medio italiano, come crediamo di essere anche noi con la nostra associazione, non può continuare a farsi prendere in giro senza far sentire la propria indignazione.

Noi siamo per l'abolizione del canone, per la privatizzazione della Rai e per l'abolizione di un servizio pubblico d'informazione e trattenimento gestito, com'è oggi, in abuso di posizione dominante nel mercato radiotelevisivo. Non ci piace, solo per fare un piccolo esempio, che lo Stato paghi quei ciarlatani che ci predicono l'oroscopo, e poi tutto il resto, che è ampiamente risaputo. Lo Stato pretende da noi rigore e precisione. Siamo delinquenti perché anche noi pretendiamo altrettanto in uno dei punti chiave del sistema di potere, cioè l'informazione?

 

Qui in nostro canale web per la battaglia abolizionista sul canone Rai

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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