Diario di bordo
Renato Pierri. Qualche pensiero a seguito di una notizia di scarsa importanza
16 Dicembre 2010
 

Uccide l'ex fidanzata e poi si spara e muore” (notizia del 15 dicembre). Una notizia di poca rilevanza, anche perché si sa chi è l'omicida (si è ucciso!) e quindi non può essere cibo succulento per trasmissioni televisive. Ma anche perché una notiziola così, appare suppergiù ogni tre giorni sui giornali. Un uomo ha ammazzato una donna. Alle volte l'uomo, un po' ottuso, uccide anche se stesso. Ottuso giacché non arriva a capire che dovendo suicidarsi, per lui l'uccisione della donna non dovrebbe avere la benché minima importanza. Una notizia di scarsa importanza, anche perché ben altri sono i problemi che ci assillano: possiamo mai preoccuparci degli uomini italiani che quotidianamente maltrattano le donne, e ogni due o tre giorni ne uccidono una? Del resto, nel mondo scompaiono milioni di bambine. Assassinate, abortite o abbandonate. Noi per eliminarle aspettiamo che crescano, che si fidanzino, che si sposino.

Noi italiani siamo fatti così: preferiamo farle crescere prima. Teniamo molto agli embrioni, noi italiani, e ai bambini, la cui vita è sacra e inviolabile. Poi crescono, i bambini, e se sono maschi la loro vita continua ad essere sacra e inviolabile, se sono femmine la loro vita è un po' meno sacra, un po' meno inviolabile.

Leggi più severe? E a che servirebbero, per gli ottusi che si uccidono dopo avere ucciso? Forse occorrerebbe insegnare alle bambine, a tutte le bambine, sin dall'asilo, a farsi rispettare dai bambini, ed ai bambini, a tutti i bambini, a rispettare le bambine. Per questo occorrerebbe preparare tutti gli insegnanti di tutte le scuole. Forse. Ma chi dovrebbe pensarci? I nostri politici impegnati come sono a risolvere i problemi del Paese? Possiamo parlare loro del femminicidio italiano?

Femminicidio italiano? Che roba è?

 

Renato Pierri


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