Diario di bordo
Patrizia Garofalo. Del malinteso pluralismo
20 Novembre 2010
 

Se la trasmissione di Saviano e Fazio sia condotta bene, sia di qualità non credo sia il caso di parlarne. Mi chiedo però se ovunque necessiti un confronto con la parte che sostiene l’opinione opposta. È certo che non assistiamo ad una tribuna politica, è ovvio che i ministri delle varie componenti politiche non possano essere tutti in fila a dire quello che pensano. Si può cambiare canale, uscire, andare al cinema, fregarsene… invece ci siamo abituati a battere i piedi e ci sentiamo sempre pronti a dire… “Ma no, la penso diversamente e adesso vado anch’io”. Maroni andrà e ne è felice.

Ma non è finita, chiedono di parlare anche coloro che hanno scelto diversamente da Mina Welby e Beppino Englaro. Ma, sbaglio o avevano tutti già parlato? È di oggi la notizia dei sindaci che hanno respinto le firme depositate per il testamento biologico (a Ferrara si erano registrate tantissime persone) o meglio delle “minacce” dei ministri Maroni, Sacconi e Fazio verso i Comuni che hanno istituito il registro. Sono contenta per chiunque abbia accolto con piacere questa notizia ma, anche se fosse stata accettata la raccolta delle firme, tutti avrebbero potuto fare le loro scelte come meglio avessero ritenuto opportuno. Poco dopo la morte di Eluana, il grande Vespa condusse un intero “Porta a porta” titolato “Le altre Eluane”. Parlarono persone che assistevano in casa 24 ore su 24 familiari malati, in stato vegetativo, nella fase finale della SLA etc. e ai quali avevano dedicato e dedicano tutta la vita. Colsi in questa gente dignità, amore, religiosità, devozione e li ascoltai con attenzione profonda ed empatica come sempre quando ci si trova faccia a faccia con il dolore.

Non seppi mai perché Vespa le avesse chiamate altre Eluane. Non c’era contraddittorio e sia Englaro che Mina Welby non si adirarono.

Per non dire poi le offese, gli insulti, le briciole gettate sul davanzale di casa di Beppino, parole orribili mai pronunciate direttamente ma urlate sempre alle spalle. Non dimentichiamo il premier (rischio offesa e richiesta di altro contraddittorio???) per il quale Eluana poteva partorire e non dimentichiamo Quagliarello che quella sera di Febbraio gridava: “È un omicidio”. La chiesa tuonava e vietava il funerale a Piero Welby. Ma non c’è forse la tomba del capo della banda della Magliana seppellito in una chiesa importante (un tal De Pedis), e Pinochet o Franco non ebbero forse la funzione religiosa? È la libertà che dovrebbe andare da Saviano e Fazio a dire che LEI c’è, appartiene ad ognuno di noi senza se e senza ma.

 

Patrizia Garofalo


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