Oblò cubano
Fariñas pensa a un nuovo sciopero della fame se non si risolverà il caso dei tredici prigionieri politici 
Il dissidente ritiene che i prigionieri siano ancora in galera perché l’Europa non ha modificato la Posizione Comune verso Cuba
10 Novembre 2010
 

Il dissidente Guillermo Fariñas - Premio Sacharov 2010 - ha detto nel corso di un’intervista telefonica che sta valutando l’opportunità di dare inizio a un nuovo sciopero della fame «per chiedere una soluzione al problema dei tredici prigionieri politici cubani, non ancora liberati perché rifiutano di venir esiliati in Spagna».

Il problema è molto sentito tra gli intellettuali non allineati, anche la blogger Yoani Sánchez ha ripetutamente denunciato che il regime ha messo in atto una deportazione e non una liberazione per motivi umanitari. Di fatto chi ha rifiutato di espatriare e ha deciso di restare a Cuba continua a essere detenuto. Fariñas viene da un lungo periodo di sciopero della fame che ha provato il suo fisico per oltre quattro mesi, ma è stato un momento fondamentale per ottenere la scarcerazione di alcuni prigionieri. Fariñas ha sospeso lo sciopero a luglio, non appena sono state annunciate le prime scarcerazioni dei 52 prigionieri politici che facevano parte del Gruppo dei 75. Tra questi soltanto 39 sono stati liberati, perché hanno accettato la clausola dell’esilio spagnolo. Altri sette prigionieri - che non facevano parte del Gruppo dei 75 incarcerati durante la Primavera Nera del 2003 - sono stati liberati ma con la stessa condizione vessatoria.

«Abbiamo lasciato il problema nelle mani delle Damas de Blanco, posponendo l’arma dello sciopero della fame, ma se non verrà risolto torneremo a lottare con le armi consuete della non violenza», ha detto Fariñas rispondendo al telefono dalla sua casa di Santa Clara.

Il giornalista - psicologo dissidente osserverà lo svolgersi degli eventi, valuterà la situazione, ma farà tutto il possibile per favorire la liberazione dei prigionieri che rifiutano l’esilio.

Le Damas de Blanco, i familiari dei prigionieri politici, e altri membri della società civile, sperano che il regime sia di parola e proceda quanto prima alla liberazione dei detenuti mancanti, adottati da Amnesty Internacional come prigionieri di coscienza.

«Il regime non libera i 13 prigionieri come atto di protesta verso la Comunità Europea che non ha modificato la Posizione Comune nei confronti di Cuba», ha detto Fariñas.

Il dissidente cubano - terzo Premio Sacharov dell’Isola - si trova a Santa Clara dove cerca di recuperare la forza fisica, ma spera di poter uscire da Cuba a dicembre per ritirare il premio in Francia.

 

Gordiano Lupi


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