Test amoroso – Parte VI
14 Giugno 2006
   

Lispector ha battuto sul tempo anche questa volta i più accreditati fra voi, risolutori di test letterari...

Nel brano proposto la scorsa volta, era il giovane Holden Caulfield a parlarci. E raccontava della vecchia Jane e di quanto fosse bello tenerla per mano, dimenticando per un po' le inquietudini e il passato con i suoi segni indelebili. Con le sue 250.000 copie vendute all'anno, solo negli USA, questo romanzo definito da molti di formazione mette in scena, con linguaggio immediato e ironico la vita e i pensieri de Il giovane Holden che vanno ad investire scuola, famiglia, amicizia, ragazze... Ne risulta un quadro commovente e disincantato su ciò che può essere l'adolescenza, questo passaggio iniziatico verso il mondo adulto e le sue contraddizioni.

 

Continuiamo ora col nostro

 

 

6° Incontro letterario:


«Dorme poco, lavora troppo, mangia male, un boccone in piedi in un bar, si sfinisce pulendo il sedere di vecchi catenanni piagati e puzzolenti, si spreca dicendo cretinate al telefono, si butta via – mentre potrebbe rimettersi a letto dopo aver preparato la colazione per noi, potrebbe stare in casa tutto il giorno a dipingersi le unghie e guardare la televisione, potrebbe non pensare a niente che penso a tutto io. Mi prendo cura di lei, e di loro. E invece.

Fra tutte le cose che aveva perso, quella di cui soffriva maggiormente la mancanza era la voce di Emma. Densa, calda, con una velatura roca, più palpabile del suo corpo. Da quando sapeva di avere una possibilità su cinquecento di sentire la sua voce – erano cinquecento infatti gli operatori del call center – chiamava continuamente per segnalare un guasto, protestare o farsi dare ragguagli sulle nuove offerte promozionali della compagnia telefonica. E riattaccava finché la fortuna non lo premiava, e lei rispondeva davvero, con una voce morbida e suadente che gli scatenava nelle ghiandole una tempesta ormonale, e per un attimo lo rendeva felice. “Pronto sono Emma, posso esserle utile?” Oh, Dio, che tu sia ringraziato. Si era fatto spiegare cento volte i vantaggi dell'abbonamento alla linea superveloce – ma lei faceva finta di non riconoscerlo, solo una volta era sbottata, sibilando con voce dura e tagliente: sto lavorando, non rovinarmi anche questo, lasciami in pace».

 

Buon indovinello da Frances

 

...mettetecela tutta, altrimenti indovina ancora Lispector... (con rispetto per Lispector)


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