In tutta libertà
Alberto Figliolia. "Inception" di Christopher Nolan
Dal set del nuovo film di Christopher Nolan
Dal set del nuovo film di Christopher Nolan 
03 Ottobre 2010
 

Il sogno era più carne che l'impalpabile realtà.

Sogno, sogno nel sogno e sogno nel sogno nel sogno e sogno nel sogno nel sogno nel sogno... limbo, ricordi, subconscio, coscienza e altre coscienze. Inception, per la regia di Christopher Nolan, è un precipitare nel senso e non senso di tutto ciò. Un thriller fantascientifico strutturato a più livelli, di una complessità senza pari e di una suggestione senza limiti.

Dom Cobb, interpretato dal solito eccellente Leonard DiCaprio, è un estrattore, vale a dire uno che carpisce segreti, per venderli, alle menti delle persone mentre queste stanno sognando. Sino a che con il suo team non tenta l'operazione contraria: l'innesto. (Il team: il fido membro del duo che insieme costituiscono, un chimico, un giovane architetto donna, un “falsario”, l'uomo d'affari che per i suoi scopi voleva servirsi dell'innesto sull'erede di un'altra dinastia economica (e quest'ultimo, senza volerlo, parteciperà al sogno rivelandoglisi infine una verità di profondo sentimento e una risposta esistenziale).

Si sviluppano un'azione e un universo onirico strutturato a più livelli (fino al quarto) o discese dove è facile perdersi con l'azzardo di non ritrovarsi mai più. Lo stesso Cobb in passato si era addentrato/calato volutamente, con la moglie Mal, in un interminabile sogno durato decenni (il tempo vi scorre diversamente dilatato rispetto a quello della realtà) in cui insieme avevano creato un loro mondo riempiendolo di ricordi. Mal tuttavia aveva cominciato a credere che quella creazione del sogno e del subconscio fosse la realtà. Cobb le fa un innesto per convincerla che quella non era la realtà e organizza il ritorno al mondo reale tramite un suicidio congiunto – lo shock, il vuoto, la caduta, quello che viene detto il “calcio” interrompono il sogno. Rientrata nella realtà, Mal non la riconosce come tale e si suicida veramente per tornare a quello che ormai credeva il mondo reale e che invece era il sogno. Una lunga parentesi per dire che il senso di colpa che divora Dom interferisce con il progetto cui sta lavorando con il team. Mal, l'ombra di Mal, la proiezione del subconscio di Dom che essa è, compare sovente, invasiva, stordente, melliflua, straziante, per trattenere Dom nel sogno/limbo.

Architetture e labirinti psichici, città che si modellano con la fisica impazzita dei sogni, scenari surreali. Esclusa l'intrusione della realtà? Tutto è inesorabilmente collegato nell'apparente scollegamento, tutto è labile e pur così definitivo: non possiamo sfuggire alla catena delle nostre idee, agli eventi che si sedimentano nel più profondo pozzo che siamo.

Cobb e gli altri – anche dopo aver corso il rischio di rimanere per sempre imprigionati nel sogno/limbo – torneranno alla realtà e Cobb ai suoi bambini che aveva dovuto lasciare in quanto accusato di avere ucciso la moglie.

Dom ha un totem: una trottola. Nel mondo reale essa, se fatta girare, termina comunque la propria rotazione e cade; nel mondo del sogno, invece, continua a girare. Ritornato con successo dall'avventuroso viaggio nel sogno e nel sogno nel sogno e nel sogno nel sogno nel sogno e nel sogno nel sogno nel sogno nel sogno, vede i bambini, pone la trottola sul tavolo, la fa girare e...

 

Alberto Figliolia


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