Oblò cubano
Un riconoscimento tardivo 
Reazioni della dissidenza cubana alle ammissioni di Fidel sul fallimento del modello comunista
10 Settembre 2010
 

I leader della dissidenza interna cubana hanno sostenuto all'unanimità che le affermazioni di Fidel Castro sul fallimento del modello economico comunista praticato per anni sull'Isola rappresentano un riconoscimento “tardivo” di una situazione che penalizza quotidianamente ogni cittadino.

«Fidel ha detto le stesse cose che noi sosteniamo da tempo: il sistema non funziona più», ha dichiarato Héctor Palacios, del gruppo dissidente Unidad Liberal de la República de Cuba.

Castro ha espresso il suo pensiero nel corso di un'intervista rilasciata al giornalista Jeffrey Goldberg, corrispondente della rivista The Atlantic. La settimana scorsa, Goldberg l'aveva intervistato all'Avana e gli aveva chiesto se valesse la pena esportare il sistema economico cubano in altri paesi. Secondo il blog di Goldberg, Castro avrebbe risposto: «Il modello cubano non va più bene neppure per noi».

Goldberg ha riconosciuto successivamente - nel corso di un'intervista rilasciata al The Miami Herald - che la dichiarazione era stata fatta in maniera informale, ma ha tenuto a ribadire che in ogni caso Castro «non stava scherzando».

L'economista dissidente Martha Beatriz Roque ha detto che «a Cuba non è mai esistito un modello economico e che il cittadino si è dato da fare con le sue forze, giorno dopo giorno, per fronteggiare la crisi e la mancanza di opportunità». «Questo tipo di morale che ha caratterizzato tutti questi anni», ha aggiunto la Roque. «Ma è tardi per trovare una soluzione. Adesso ci sono troppi problemi da risolvere».

Goldberg e altri analisti ed esperti della situazione cubana all'estero hanno interpretato la dichiarazione di Castro come un'autorizzazione implicita perché il fratello Raúl possa impostare una serie di riforme volte a dare ossigeno all'economia.

Tuttavia, alcuni membri del blocco dissidente che vivono sull'Isola non credono che Castro stia concedendo “via libera” alle riforme economiche per correggere la direzione della politica cubana.

«Non ritengo che stia autorizzando una politica nuova», ha detto l'attivista Darsi Ferrer, direttore di Cubabarómetro e del Centro de Salud y Derechos Humanos Juan Bruno Zayas. «L'unica soluzione è che il governo si faccia da parte e, soltanto allora, sulla strada della libertà e dei diritti civili, troveremo valide alternative».

Hector Palacios non crede alle riforme economiche e non pensa che Fidel voglia autorizzare cambiamenti epocali.

«Fidel è un essere umano molto difficile da capire e su questo argomento sono sicuro che cercherà di dare la colpa a qualcun altro»', ha detto. «Sta dicendo queste cose adesso perché non è più a capo del governo».

Nessun media nazionale - stampa o televisione - ha riportato notizie in merito alle parole di Fidel Castro. Molto strano, perché di solito le sue Riflessioni e opinioni occupano grande spazio e vengono presentate con imponente rilievo.

Oscar Espinosa Chepe, altro economista dissidente, ha fatto rilevare che Castro è considerato uno degli elementi più conservatori della nomenclatura, ma che in questo momento non aveva altra possibilità che “riconoscere” la crisi.

«Dispiace perché questa ammissione giunge con grande ritardo e soprattutto dopo aver fatto incarcerare migliaia di persone che hanno lottato per proporre cambiamenti costruttivi», ha affermato Chepe.

 

Gordiano Lupi


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