Immigrazione e rom. Il genocidio culturale del ministro Maroni?
21 Agosto 2010
 

In corso i pesanti interventi del Governo francese che “espelle” dal suo territorio cittadini comunitari che non sono in regola con le norme nazionali sull'immigrazione,* il nostro ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in un'intervista al quotidiano Corriere della Sera ha detto che da noi si farà altrettanto visto che che i suoi colleghi d'oltralpe stanno solo «copiando dall'Italia».

Se si tratta di applicare la legge, ben venga un governante che dichiara di volerlo fare... sarebbe anomalo il contrario, ma tant'è, uno degli sport di chi governa, soprattutto nel periodo estivo, è voler apparire più realista del re, cioè, nel nostro caso, voler far paura perché si pretende e si dice di voler applicare la legge. Quindi il ministro Maroni ammette che c'è e c'è stato lassismo, irregolarità, incapacità, mancanza di strumenti... perché questo non ce lo precisa? Perché bisogna aspettare l'eco di favore e di indignazione per ciò che è in corso in Francia per evidenziare che anche in Italia si farà altrettanto e non solo, cioè dire che al più presto in sede Ue verrà riproposta l'abolizione del divieto di espulsione per un cittadino comunitario.

Qualcuno, come il musicista e professore universitario Alexian Santino Spinelli, ha parlato di genocidio culturale e non mi sento di dargli torto. Perché è quello che è in atto contro i popoli rom e sinti, sulla cui accettazione poco si fa mentre si alimenta la loro assimilazione a vagabondaggio e piccola delinquenza: fenomeni che certamente esistono ma essenzialmente come reazione alla mancanza di politiche di ospitalità e convivenza. È in questo senso l'annuncio di Maroni di proporre la modifica delle norme europee sulla libera circolazione dei cittadini Ue, volendo creare cittadini comunitari di serie B che -ma guarda un po'- sono proprio quelli che hanno le stimmate di “zingari”. È in questo senso anche la spettacolarità -per ora francese- con cui si inventano i “rimpatri volontari” a suon di euro, da parte di chi dovrebbe solo fare il proprio dovere applicando la legge. Se questo non è genocidio culturale, non saprei come altro chiamarlo.

 

Donatella Poretti

 

 

* I cittadini comunitari non possono essere espulsi, ma solo invitati ad andarsene, per cui, costretto di fatto dalle autorità, ogni adulto che ha accettato il “rimpatrio volontario” parte con 300 euro in tasca ed ogni minorenne con 100.


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