Oblò cubano
Félix Luis Viera su Fidel Castro e la sinistra
16 Agosto 2010
 

Félix Luis Viera è un grande scrittore cubano in esilio, condannato a non rivedere la sua terra per colpa di un sistema dittatoriale che non ammette divergenze di opinioni. Nel suo ultimo libro – La patria è un’arancia – in uscita in Messico a settembre, affronta in una poesia l’argomento spinoso della connivenza tra sinistra internazionale e comunismo cubano. L’argomento mi pare di grande attualità e per questo propongo la poesia di Félix Luis Viera che ho appena tradotto. (Gordiano Lupi)

 

 

IL TIRANNO E I SIGNORI DELLA SINISTRA

 

Guarda questi signori e signore di Sinistra della grande Città:

mentre bevono il whisky del tramonto

piangono per i poveri indios della loro patria

per i tanti diseredati della loro patria.

Ma, loro, che hanno perso tutte le guerre,

ancora lodano il Tiranno della mia patria

quando nella mia patria i poeti e i cuochi

gli aspiranti esseri umani e i rivenditori

sono perseguitati per le loro discutibili ideologie consumiste,

quando i camionisti e i saggisti della mia patria

e i loro figli

e nipoti e cugini

muoiono giorno dopo giorno per la mancanza di pane e di aria

che ha prodotto il Tiranno con il suo cubo di Rubik.

Ma queste donne e uomini di Sinistra della grande Città

lodano le astuzie del Tiranno

per distruggere l’Imperialismo - causa

di tutte le suppurazioni dell’Umanità -

in quelle tribune dove va il Tiranno

(fatte costruire da Lui espressamente per Lui)

con la sua barba che lascia intravedere ancora il sapore delle aragoste

che i suoi otto cuochi, con tanto amor patrio, gli hanno cucinato,

e tre subalterni, per evitare problemi, hanno provato prima.

Molte signore di discutibile ideologia notturna,

signori di algebra confusa,

perditori di guerre dove sono stati torturati,

dove hanno perso i loro amici,

i loro genitori, i loro fratelli,

continuano una guerra verbale con gusto

a beccafico

a palinsesto

a uovo di Fenice

nella quale accusano le affamate, perseguitate, terrorizzate

vittime del Tiranno, là, nella patria, come se queste

in realtà fossero le aguzzine del Tirano,

l’Aggredito,

il Lottatore Emblematico,

come se quel Tiranno della patria fosse il panno della via crucis,

l’angelo del terzo giorno

e non l’omicida di angeli umani.

 

Questi signori e signore di Sinistra della Città del Messico

mentre mangiano almeno quattro volte al giorno

mentre consumano oceani di benzina

nel loro ampio viaggiare per la grande città, perché?

perché?

perché orinano nelle ferite altrui?

 

Félix Luis Viera

(da La patria es una naranja)

Traduzione di Gordiano Lupi


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