Oblò cubano
Lettera della figlia di Juan Juan Almeida al Vaticano 
“Mio padre ha bisogno di aiuto, è una persona molto malata…”
16 Agosto 2010
 

Indira Omaña, figlia di Juan Juan Almeida, ha scritto una lettera aperta al Vaticano per chiedere un intervento umanitario a favore del padre, in sciopero della fame per ottenere un permesso di uscita da Cuba e poter a curare all’estero una grave malattia. Ecco il testo.

 

 

Il mio nome è Indira Omaña, sono figlia di Juan Juan Almeida García, figlio a sua volta dello scomparso Comandante della Rivoluzione Cubana Juan Almeida Bosque.

 

Sono ormai sette anni che mio padre, Juan Juan Almeida García, chiede un permesso di uscita per curare una malattia di cui soffre, il cui nome è spondilite anchilosante, per la cui peculiarità non esiste un trattamento medico a Cuba. Questa malattia degenerativa, che porta alla perdita della posizione eretta e alla calcinazione della base dei polmoni, lo costringe a dormire seduto, perché ogni giorno che passa si aggravano i dolori articolari e la stessa può anche condurre allo sviluppo di uveiti oculari, infiammazioni della uvea, una delle palpebre dell’occhio. Sono più di dieci anni che non riceve trattamenti medici adeguati a Bruxelles, paese al quale fu inviato, al principio degli anni Ottanta, tramite la Croce Rossa Internazionale. Dopo innumerevoli lettere dirette al Ministro della Salute Pubblica e al Presidente Raúl Castro, ha deciso di dichiararsi in sciopero della fame dal 15 giugno scorso visto il costante divieto di uscire dal paese; divieto che le alte sfere del governo non motivano. Un atto estremo, come uno sciopero della fame, sembra l’unica via di uscita per ottenere un trattamento medico gratuito e per poter abbracciare la sua famiglia, ma resta il fatto che è un mezzo dettato dalla disperazione e che il maggior dono della vita è proprio quello di essere vivo.

 

Mio padre oltre un anno fa ha tentato di uscire illegalmente dal paese, visto che le autorità cubane non concedevano il visto, e dopo questo incidente, durante gli ultimi 18 mesi, è stato obbligato a recarsi a firmare a Vila Marista, Centro di Detenzione della Sicurezza di Stato, con la motivazione che potrebbe essere processato. Dopo è stato incarcerato in diverse occasioni e tre giorni fa è stato ricoverato in ospedale per il delicato stato di salute in cui si trova e ha dovuto abbandonare l’ospedale perché volevano internarlo in maniera definitiva nel Reparto Psichiatrico.

 

Vi prego di intercedere a favore della sua salute: mio padre è una persona molto malata.

 

Grazie per l’attenzione,

  

Indira Omaña

indiraomana@aol.com

Gordiano Lupi


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