Oblň cubano
Juan Juan Almeida obbligato a restare 
Fidel Castro partecipa all’Assemblea Nazionale. Yoani Sánchez ricorda El Maleconazo
07 Agosto 2010
 

La moglie e la figlia di Juan Juan Almeida hanno tenuto una conferenza stampa a Miami per denunciare quello che pare sempre più un capriccio personale di Raúl Castro: il divieto di uscire dal paese al figlio dello scomparso Comandante Juan Almeida Bosque, per curare una malattia degenerativa che a Cuba non ha rimedio.

Juan Juan possiede un visto umanitario per recarsi negli Stati Uniti, e da quasi un anno tenta di far valere il suo diritto con ogni mezzo possibile, persino ricorrendo a dimostrazioni pubbliche che gli hanno procurato numerosi arresti. La sua salute sta peggiorando e molti interessamenti internazionali (tra gli altri citiamo la Regione Toscana in Italia e il governo cileno) non hanno dato alcun risultato. Tutto sembra far capire che Alejandro Castro Espín gioca un ruolo speciale in questo divieto di uscire dal paese, e che lo stesso Raúl Castro non ha preso molto bene le rivelazioni che Juan Juan ha fatto in un libro molto interessante (Memorie di un guerrigliero sconosciuto - Edizioni Espuelta de Plata - Siviglia, 2009 - qui si può leggere un frammento).

Alcuni giorni fa la rivista Cubadebate ha pubblicato una serie di foto del redivivo Comandante Fidel Castro, scattate presso il Memorial José Martí in Piazza della Rivoluzione, e alcune di esse lo mostrano durante un’animata conversazione con alcuni familiari di Almeida. Non si comprende il motivo per cui il fotografo ha ripreso Fidel proprio mentre salutava Berta González Hernández, vedova di Juan Almeida, e i suoi due figli: Diana Almeida González, di 26 años, e Juan Guillermo Almeida González, di 23. Non certo per i discutibili meriti artistici di Juan Guillermo come cantante de reggaeton. «Él es un chico sano, es un chico tierno» (“Lui è un ragazzo sano, è un ragazzo tenero”) - come dice la canzone. Juan Guillermo canta reggaeton, non si occupa di politica, e a differenza della “pecora nera” della famiglia, può viaggiare senza problemi.

 

Una notizia importante riguarda il redivivo Fidel Castro che ha deciso di partecipare alla sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale in sessione plenaria di sabato prossimo, promossa da lui stesso per analizzare i problemi internazionali e soprattutto la probabile guerra nucleare tra Iran e Usa dovuta alle tensioni coreane. Si tratta del primo intervento dell’ex Presidente Fidel Castro davanti al Parlamento dopo quattro anni di assenza.

 

Yoani Sánchez utilizza Twitter per ricordare una data importante: El Maleconazo di 16 anni fa, gli scontri di piazza che obbligarono il governo a concedere aperture economiche, ma non la libertà. I rivoltosi ottennero l’apertura di paladares, caffetterie, affittacamere per turisti e la liberalizzazione di alcune attività economiche private legate al turismo. «Siamo in casa con alcuni blogger e amici, dal balcone si vede lo spiegamento di forze della Sicurezza di Stato proprio sotto il mio appartamento. Come sono ridicoli! Non siamo qui ad aspettare che ci permettano di esprimere opinioni, lo stiamo già facendo. Proprio ieri è nata una nuova rivista a circolazione nazionale sotto il nome di Voci. Un vero e proprio Maleconazo di idee e di opinioni. Contiene voci visibili e pluraliste: ci scrive quasi tutta la blogosfera cubana! La maggioranza dei colpi del Maleconazo si riversò sui miei vicini di Centro Habana, gente indifesa da un lato e truppe d’assalto dall’altro. Oggi hanno arrestato diverse persone, tra loro Alberto Alvarez, a causa dell’irritazione che continua a generare la Sicurezza di Stato ogni 5 agosto. Con gli spezzoni diffusi dalle televisioni straniere, siamo andati ricostruendo l’atmosfera di pietre e bastoni del 5 agosto. Il Maleconazo obbligò il governo ad aperture economiche, ma le riforme politiche non arrivarono. Aprire caffetterie ma non giornali. Oggi sono passati 16 anni dai fatti conosciuti come El Maleconazo. Punto di caduta della storia nazionale».

 

Gordiano Lupi


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