Csm. In attesa della spartizione partitocratica, senatori per il modello anglosassone delle candidature e delle audizioni pubbliche
28 Luglio 2010
 

Ancora una fumata nera sul Csm, mentre prosegue nelle agenzie il “botta e risposta” e le dichiarazioni sui nomi e sulle vicepresidenze, mentre proseguono le trattative riservate e i parlamentari aspettano il bigliettino o l'sms salvifico in cui apparirà la lista dei nomi da votare.

Ancora una volta è la dimostrazione che il metodo spartitorio e partitocratico non ha nulla di trasparente (nonostante i richiami da destra e da sinistra) né tantomeno di democratico. La necessità di rivedere le modalità di votare cariche istituzionali appare sempre più urgente e necessaria. Perciò abbiamo presentato una proposta di modifica nell'ottica della trasparenza e pubblicità, per ridare al Parlamento e alle istituzioni il ruolo assegnato dalla Costituzione e che ad oggi eì sequestrato dai partiti.

Molti senatori hanno già sottoscritto il ddl modello anglosassone che prevede il deposito di candidature per i membri laici del Csm e della Corte Costituzionale, le audizioni pubbliche e dichiarazioni di voto in sede di Parlamento in seduta comune.

Oltre a me e ai senatori radicali Emma Bonino e Marco Perduca, hanno apposto la loro firma: Ignazio Marino, Enrico Musso, Pietro Ichino, Franca Chiaromonte, Magda Negri, Roberto Di Giovan Paolo, Elio Lannutti, Stefano Ceccanti, Luciana Sbarbati, Achille Serra, Giancarlo Sangalli, Anna Maria Carloni, Alberto Maritati, Giuseppe Lumia, Manuela Granaiola, Mauro Maria Marino, Claudio Micheloni, Oskar Peterlini, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Silvana Amati.

 

Donatella Poretti

 

Qui il testo del ddl


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