Prodotti e confezioni [08-20]
Poesie d'estate/ Alberto Figliolia, Carlo Pini, Michael Santhers
17 Luglio 2010
 

A Friedrich

 

Friedrich succhiava, beato, un gelato

ma talora sorseggiava anche un sorbetto

o sgranocchiava, goloso, uno spumone

mentre pensava lungo i vialoni diritti,

verso le montagne aguzze, all'eterno ritorno.

 

Friedrich mangiava, estasiato, cioccolato

sporcandosi i baffi primitivi

mentre pensava al successo che sarebbe stato

e a quella ragazza chiavennasca

sulla strada del passo alpino,

con i panni sporchi da lavare

nel fiume, nell'acqua che va e non torna,

quella fanciulla in fiore

che l'aveva guardato di meraviglia.

 

Friedrich chiudeva gli occhi semiciechi

nel tramonto porpora e cascante

mentre le bande di paese suonavano

motivi popolari e la sua mente s'immergeva

negli abissi del mondo.


Friedrich in un passo di danza,

il pennino dei giorni a vergare lacrime

di piombo e oro: alchimista, scienziato,

poeta, filosofo, pazzo, ebreo, pagano,

il corvo della demenza in agguato,

le righe della vita confuse

in una foto stropicciata ai posteri,

su una poltrona volta al nulla,

in un cucchiaio di fratellanza amara.

 

Alberto Figliolia

(da Poesie scelte, Albalibri, 2010)

 

 

Regòrt

(in dialetto grosino)

 

 

Un ségn de cros

al ghe dàva la fòrsa

a un por crist

de seghèr al tersòl

rampeghè su in di pra.

Al me tremàva i ginòc

vedél in bìlic

sòra al Ruàsc

che al smadunàva

de fam.

 

(carlo pini)

 

 

Giorni di fine estate

 

Signore fuori stagione
in riva al mare
si donano al sole
per qualche miracolo
di sguardo da catturare

Sulle pagine infinite
il mare scrive con la schiuma
il tempo che fu di tutti

Come fermagli gli ombrelloni
sulla pace sfuggita dalle mura di casa
e ritrovata tra gli imbrogli
di un mercato che vende
pensieri su misura

Picchia il sole
per tenere a bada le anime
cosparse sugli involucri
con un calore che servirà
per il ritorno

Con le tavole fatte
con i giorni già alle spalle
si ricostruisce il baule dei ricordi

Settembre è già alle porte
e nel camerino dei dolori
davanti a uno specchio repulsivo
l’autunno prova i costumi

I bimbi già ci pensano
il sorriso diventa più pesante
tra i dentini
tra poco dovranno essere istruiti
come perdere man mano
i giochi dell’infanzia

Dietro una nuvola
dal colore sinistro
la morte mette strane croci
sui nomi del taccuino

L’autunno si è tolto il cappello
e si guarda i piedi
nella sala d’attesa

 

Michael Santhers

(da Parole Fredde)

www.santhers.com


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