Lo scaffale di Tellus
Gordiano Lupi. “Tiranni e dittatori” di Domenico Vecchioni
02 Luglio 2010
 

Domenico Vecchioni

Tiranni e dittatori

Editoriale Olimpia, pagg. 220, € 18,00

 

Domenico Vecchioni è un diplomatico con la passione della scrittura che ha già pubblicato interessanti saggi storici come I signori della truffa, Storia degli 007 dall’era moderna a oggi, Spie, Spie della seconda guerra mondiale e Le spie del fascismo, tutti editi da Olimpia. Adesso esce con il suo lavoro più interessante, scritto mentre svolgeva la delicata funzione di ambasciatore italiano a Cuba, terra ricca di insegnamenti per conoscere i dittatori. Il volume analizza la figura di alcune dittature africane dell’epoca post coloniale come Bokassa, l’imperatore nero ammiratore di Napolene, e Mswati III re dello Swaziland. Racconta le vicissitudini economiche di Imelda e Ferdinando Marcos, passando per Rafael Trujillo, dittatore affarista di Santo Domingo. Non poteva mancare il genocidio cambogiano del folle comunismo targato Pol Pot e il massacro sistematico di Idi Amin Dada in Uganda. Un capitolo molto ben fatto e ricco di interessanti particolari riguarda François Duvalier detto Papa Doc, il dittatore sincretico di Haiti che si spacciava per la reincarnazione terrena di Baron Samedí, una divinità del vudú, e trasformò una repubblica in monarchia assoluta di stampo religioso superstizioso. Il vudú e il culto degli zombi assunsero un ruolo mai visto nell’economia della gestione della cosa pubblica. Papa Doc morì giovane, nonostante il patto con i santi africani e lasciò tutto nelle mani d’un figlio incapace - Baby Doc - che pensava soltanto alle grazie femminili. L’erede al trono venne costretto a un esilio dorato, scappò con buona parte dei soldi delle casse di Stato e recentemente - per colmo di ironia - si è offerto di tornare ad Haiti per aiutare la ricostruzione post terremoto.

Il capitolo migliore del volume è quello su Fidel Castro e la sua rivoluzione tradita, nel quale Vecchioni analizza da osservatore diretto la realtà di una Cuba trasformata in una monarchia assoluta dove vige il culto della personalità. Fidel Castro è dipinto come un capo famiglia mafioso che gestisce il potere attraverso amici, parenti e fedelissimi, un uomo che ha designato un erede e si è ritagliato un ruolo da commentatore politico, eliminando ogni garanzia costituzionale. Il capitolo sulla dittatura cubana racconta la figura di un uomo che ha spodestato un dittatore incapace come Batista per insediarsi al potere e mantenerlo ancora più a lungo. Il Parlamento della famiglia Castro è un’assemblea inutile che si riunisce due volte all’anno per ratificare decisioni prese in altra sede. Raccomando caldamente la lettura di questo capitolo perché Vecchioni ha le idee chiare su Cuba e ci racconta la mancanza di libertà, il terrorismo psicologico, la voglia di fuga che caratterizza i cubani e l’immobilismo di un regime ormai diventato un’anacronistica dittatura populista.

Il volume si conclude con Muammar Gheddafi, dittatore arabo di stampo socialista con risvolti religiosi, e con la dittatura irreale di Than Shwe, eminenza grigia che esercita il potere nell’ombra credendosi la reincarnazione di un antico re birmano. Tiranni e dittatori è un’opera da leggere e meditare, magari insieme ai nostri figli, per capire che la libertà e la democrazia sono due beni troppo preziosi per rischiare di perderli.

 

Gordiano Lupi

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