Oblò cubano
Orlando Luis Pardo Lazo. Pessima poesia
(foto Silvia Corbelle Batista)
(foto Silvia Corbelle Batista) 
28 Giugno 2010
 

Ascoltando Mariela Castro all’UNEAC

In una di quelle omeopatiche battaglie cubane contro l’omofobia

Vedendola ridere linda e pulita

Con la grazia guerrigliera ma borghese di sua madre giovane negli anni 50

Accarezzando il microfono come un miracolo

Tra le sue mani sinonimo di Donna Nuova

Assaporando la retorica della sua visione plurisex

Nel cuore acritico e monocorde di un’istituzione culturale

Ascoltando Mariela Castro all’UNEAC

Penso a tutti i grandi finocchi

Che fecero la storia dell’imene uomo su quest’isola

Tipi fatti tacere a pedate prima

E rinchiusi a mosca cieco dopo

Emarginati all’inizio e isolati in ultima istanza

Corpi che non trovarono posto nel canone bigotto ma promiscuo di Cuba

Uccelli regolamentati in una poesia della vergine Piñera

Compagni di banco di ogni scuola materialistica e dialettica

Glamour di tre per culo con le gengive

Succhiando un fil di ferro spinoso nelle UMAP degli anni 60

Spazzando sale mortuarie o come custodi di bagno

Cammellieri dei loro stessi cadaveri senza vibratore

Nei cinema complici o autobus squallidi di buon mattino

Sopravvivendo al teatro real-socialista degli anni maschilisti

Piccole esistenze mai narrate dalla tribuna stanca della rivoluzioncina mondiale

Ascoltando Mariela Castro all’UNEAC

In una di quelle omeopatiche battaglie cubane contro l’omofobia

Nella stessa cappella dove Padilla si definì etero

Su richiesta della polizia politica degli anni 70

Penso a tutta quella società incivile del piacere in libertà

Dissidenti del desiderio come maledizione da portare dentro

Fino a fuggire dal paese paraplegico in una barca di carta igienica negli anni 80

O aspettando il processo di rettificazione dei giusti e delle tendenze negative

Infiltrati nelle code per le protesi dentarie gratuite in un policlinico degli anni 90

Invecchiati senza essere invitati all’ennesimo Congresso del Partito negli anni zero

Sepolti nella terra santa del post proletariato mondiale

Amabili e pieni di amarezza

Chiedendo al Parlamento di poter potare i loro peni patriottici

Senza una sfilata

Senza una pellicola

Senza una poesia

Dove vomitare tutto l’ingiusto tempo umano che ebbero in sorte.

 

Orlando Luis Pardo Lazo

(da Lunes de post-revolución, 20 giugno 2010)

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

In questa poesia Orlando Luis Pardo Lazo (1971) – forse il più letterario dei blogger alternativi cubani – analizza la situazione degli omosessuali a Cuba nel corso degli anni. Sono molte le allusioni letterarie al destino di Heberto Padilla e di Virgilio Piñera, ma fondamentalmente chiede che non vengano dimenticate vecchie ingiustizie alla luce di un po’ di retorica contemporanea. Orlando è un poeta che gioca molto sulle assonanze linguistiche, speso intraducibili in italiano. Gestisce due blog: Boring Home Utopics – che pubblica le sue stupende fotografie dell’Avana – e Lunes de post-revolución – che contiene riflessioni poetico-narrative sulla Cuba contemporanea. Scrittore e fotografo di ottimo livello, fuori dai circuiti ufficiali perché non allineato, risiede in Centro Avana.


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