Diario di bordo
Valter Vecellio. La situazione. Carcere. Ancora suicidi. La petizione radicale (che non sa di esserlo) dei Verdi
15 Giugno 2010
 

Carceri, ancora detenuti che si tolgono la vita; e poi un’iniziativa dei verdi che merita qualche riflessione; sono questi gli argomenti della “situazione” di oggi.

 

Altri due detenuti sono “evasi” in modo definitivo, integrale; il primo a Milano, l’altro a Lecce. Siamo così arrivati a quota 31; ma è possibile che siano di più. L’Associazione Ristretti Orizzonti, che controlla il fenomeno in modo “scientifico”, ci fa sapere che dagli anni ’60 ad oggi i suicidi sono aumentati di ben il 300 per cento.

I due casi specifici. Il detenuto rinchiuso nel carcere milanese di Opera stava scontando l’ergastolo, era originario delle Filippine; si è messo una corda al collo e si è impiccato profittando del fatto che il compagno di cella era uscito per la quotidiana passeggiata.

L’altro suicidio a Lecce; doveva scontare solo tre anni, ma evidentemente gli sono sembrati un qualcosa di insostenibile, e ha deciso di farla finita. È il secondo suicidio in pochi giorni, che si verifica a Lecce, e questo probabilmente significa qualcosa, per quel che riguarda la situazione all’interno del carcere; e infatti i sindacati della polizia penitenziaria ci fanno sapere che in quel carcere la situazione igienico-sanitaria è drammatica, a causa del sovraffollamento: i posti disponibili sono 660, i detenuti sono 1.400, più del doppio.

Ristretti Orizzonti ha elaborato dati statistici ufficiali (fonte ministero della Giustizia), da cui si ricava che dal 2000 a oggi si sono tolti la vita 568 detenuti; tra il 1960 e il 1969 sono stati “solo” cento. Tra le possibili spiegazioni per questa drammatica impennata, il fatto che quarant’anni fa i detenuti erano prevalentemente criminali professionisti, che mettevano in conto di poter finire in carcere, ed erano pronti a sopportarne i disagi. Oggi buona parte della popolazione detenuta è costituita da immigrati, tossicodipendenti, malati mentali, spesso fragili psichicamente e privi delle risorse caratteriali necessarie per sopravvivere al carcere. Non so se sia la spiegazione esatta, ma credo ci sia del vero.

 

E veniamo ai Verdi, alla loro iniziativa di una petizione – radicale – che non sa di essere tale. Invitano a sottoscrivere una petizione per il taglio delle spese militari in Italia. Ottima cosa. Si chiede di rinunciare a nuovi caccia bombardieri, navi da guerra, e quant’altro, e investire gli almeno 29 miliardi di euro in altro: «L’Italia non ha bisogno di cacciabombardieri e navi da guerra, usiamo quei 29 miliardi per affrontare la crisi ed evitare il disastro sociale», dice in sostanza la petizione di Angelo Bonelli e dei Verdi.

Petizione che si apre con una parola d’ordine che è di casa: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai”, qualche radicale di pelo grigio ne avrà memoria. «Noi Verdi», dice Bonelli, «facciamo nostra una frase dell’amato presidente Pertini che la disse in un momento di difficoltà». È vero, la pronunciò Pertini, ma non in un momento di difficoltà; era anzi un momento di letizia e di speranza. La disse rivolto ai radicali e ai partecipanti della prima marcia di Pasqua contro lo sterminio per fame nel mondo. Roba di trent’anni fa; sarà per questo che Bonelli e i verdi non ne fanno cenno, è possibile che neppure la conoscano la storia di quella frase. Diciamo che è un altro pezzo della nostra storia che viene fatta “loro” da altri. Non è la prima volta, non sarà l’ultima.

Quello che forse Bonelli non sa, è chi è l’autore vero di quell’imperativo: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai”. Non è Pertini, che a sua volta la riprese. Quella frase e quell’appello venne per la prima volta pronunciata, nel 1953, da un generale americano, poi diventato presidente degli Stati Uniti, un repubblicano anomalo: Dwight Eisenhower (foto), che a fine mandato, lasciò una sorta di testamento politico, e denunciò i pericoli del complesso militare industriale: «Ogni cannone che viene costruito, ogni nave da guerra che viene varata, ogni razzo che viene preparato rappresenta un furto a coloro che hanno fame, a coloro che hanno freddo e non hanno da coprirsi». Un pericolo allora, e ancor più minaccioso oggi; e quante volte Marco Pannella lo evidenzia e lo denuncia. Prima o poi – speriamo prima di poi – ci arriveranno anche i Verdi e tutti gli altri.

 

Valter Vecellio

va.vecellio@gmail.com

(da Notizie radicali, 14 giugno 2010)


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