Arte e dintorni
Giacomo Paravicini detto il Gianolo (1660 – 2010)  
Nel 350° anniversario della nascita del pittore il Comune di Civo si fa capofila di un rinnovato interesse
08 Giugno 2010
 

La Società Storica Valtellinese e l’Amministrazione comunale di Civo, considerato che il pittore Giacomo Paravicini detto il Gianolo (Caspano di Civo 1660 - Milano 1729) è uno dei massimi artisti valtellinesi, vista la mancanza di studi recenti sulla sua figura e il suo ruolo nella storia dell’arte lombardo-piemontese fra Sei e Settecento, tenendo conto di recenti scoperte e restauri effettuati (in corso e in programma) intendono promuovere una serie di iniziative in proposito, dal punto di vista sia scientifico che divulgativo, che interessino tutte le località valtellinesi che custodiscono sue opere.

In particolare si rileva che il Gianolo:

- è l’artista valtellinese di maggior fortuna al di fuori della Valtellina, ancor più dei Ligari sia per ampiezza territoriale (Milano, Crema, Varesotto, Novarese) che per prestigio della committenza (es. duomo e Sant’Alessandro a Milano);

- è l’artista valtellinese che più di ogni altro presenta un organico inserimento nell’ambiente artistico, per lo meno a livello regionale, del proprio tempo: l’età di passaggio tra l’austero barocco secentesco e il più arioso barocchetto settecentesco. È, infatti, membro dell'Accademia di S. Luca, fondata dall’amico Giorgio Bonola, a cui aderiscono i più importanti pittori milanesi del tempo; partecipa alla decorazione pittorica della chiesa milanese di S. Alessandro, in quello che viene definito «il principale cantiere tardobarocco della città» (S. Coppa), assieme ai più grandi pittori milanesi come Filippo Abbiati, Pietro Maggi e Andrea Lanzani. Degli ultimi due esistono opere anche in Valtellina, a fianco di opere del Gianolo (come si è evidenziato, per il Lanzani, nelle recenti iniziative promosse dal Credito Valtellinese riguardanti gli artisti Ligari);

- non è mai stato oggetto di studi specifici (eccetto un breve saggio dell’ormai lontano 1964), tant’è vero che non esiste nemmeno un elenco esauriente delle sue opere: viene trattato soltanto in riferimento a qualche sua opera particolare;

- si rivela come un artista dedito pressoché esclusivamente alla pittura di soggetto religioso, in grado di illuminare circa i caratteri dell’arte sacra a fini devozionali in età controriformistica, di cui appare come fedele interprete

 

Per tutto questo, le iniziative proposte hanno innanzitutto lo scopo di impostare criticamente lo studio del Gianolo, inserito nell’ambiente artistico lombardo del suo tempo, partendo da un’elaborazione dello status quaestionis e fornendo elementi essenziali per il proseguimento degli studi, come una catalogo fotografico ragionato completo della sua opera (per motivi di carattere organizzativo, ora limitatamente all’ambito valtellinese), per riguardare anche la biografia, la committenza, l’eredità artistica del nipote Alessandro, fino a toccare problemi relativi al restauro (es. convento di S. Francesco a Trecate, cappella del Carmine a Morbegno per iniziativa dell’Inner Wheel di Colico, teleri della collegiata di Sondrio per iniziativa della Fondazione Credito Valtellinese).

 

Ulteriore scopo delle manifestazioni è quello di carattere divulgativo, con ricadute sia sulle comunità locali che sul turismo.

Finora il Gianolo è pressoché ignorato a livello locale: il suo nome non compare nella toponomastica e l’unica iniziativa intrapresa è una recente esperienza didattica promossa e condotta dalle insegnanti della Scuola primaria di Campovico che si è conclusa con una pubblicazione e l’intitolazione della scuola stessa al Gianolo.

Il Comune di Civo ha quindi assunto il ruolo di capofila per una serie di manifestazioni che, con la piena collaborazione della Parrocchia di Caspano e di numerosi altri enti, riguarderanno, oltre alle iniziative proposte dalla Società Storica Valtellinese, altre forme di coinvolgimento della popolazione locale, dei villeggianti stagionali e dei turisti, come meglio specificato nella locandina.

 

Comune di Civo


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