Diario di bordo
Berlusconi, la manovra e le province. Se non ora, quando?
26 Maggio 2010
 

Nelle proposte in discussione, relative alla manovra economico-finanziaria di contenimento della spesa è prevista anche la abolizione di alcune province, quelle sotto i 220mila abitanti. Sono escluse quelle di competenze delle regioni a statuto autonomo e quelle confinanti con Stati esteri. Ci chiediamo perché si sia stabilito quel numero di abitanti e perché sono escluse quelle confinanti con stati esteri. Piccole furbizie?

La provincia di Imperia ha pochi abitanti sopra i 220mila, confina con la Francia e vede la presenza dell'ex ministro Claudio Scajola; la provincia di Sondrio, sotto quota dei 220mila, confina con la Svizzera, ha un presidente leghista ed è la città capoluogo che ha visto nascere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Le province costano a noi contribuenti qualcosa come 16 miliardi di euro, sono enti inutili stante le funzioni attuali. Se si vuole metter mano al contenimento strutturale della spesa pubblica occorrerebbe abolirle, istituire le aree metropolitane, sopprimere alcune regioni (il Molise, ad esempio, che ha solo 320mila abitanti), togliere la qualifica di regioni a statuto autonomo a quelle attuali, visti i risultati.

L'occasione è propizia. Se non ora, quando?

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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