Oblò cubano
Ernesto Morales. Il “prodotto” Yoani
09 Maggio 2010
 

E. Morales – L’altro grande argomento contro di te, forse il più abusato, è il concetto di prodotto. Per meglio dire: Yoani Sánchez è il più recente prodotto fabbricato dal nemico in funzione di scontro, ma non ha un pensiero proprio. Sarebbe il risultato finale di un piano concepito fuori Cuba che ti vede come una marionetta esecutiva. Per essere franchi, sei molto sensibile a questo tipo di sospetto. La tua capacità mediatica fa pensare che tu sia parte di un progetto di sovversione, valido o no da un punto di vista etico o ideologico, ma che ti annullerebbe come essere pensante. Yoani Sánchez è un soldato che esegue gli ordini, un’impiegata, una pedina di un gioco più grande?

 

Y. SánchezTi rispondo con la solita filosofia Zen con cui mi esprimo: le persone hanno il diritto di avere tutte le opinioni che vogliono. Se ho imparato una cosa in vita mia, è a dubitare di tutto ciò che produce un sentimento di approvazione unanime. Fai attenzione e allontanati da chi viene approvato da tutti e considerato un salvatore. Quando trovi una persona così, come una volta ha incontrato questo popolo, allontanati rapidamente: questi soggetti sono davvero pericolosi. Tutti li applaudono, tutti li rendono onore, senza mai una critica, senza un attacco. Fai attenzione! In quel caso sì che siamo davanti a un prodotto, e dei più pericolosi.

Queste allucinanti teorie della cospirazione, si basano sul fatto che gli individui non possono agire da soli, perché sarebbero troppo insignificanti per prendere iniziative importanti. La teoria che ti devono fabbricare da fuori, allenarti in un campo militare, darti un file con i dati precisi su cosa devi fare, parte dalla premessa che la scintilla non può nascere da una persona. Ma non è vero, perché basta guardare la storia dell’umanità per rendersi conto che la tesi svanisce come acqua al sole. Chi provocò la scintilla di Gesù? Chi produsse le tante scintille della nostra storia? Pure allora c’era dietro l’imperialismo? Io conosco la stessa essenza del mio blog. Conosco tutti i muri in cui ho dovuto sbattere, tutte le difficoltà che ho affrontato per portarlo avanti. E non sono state tutte rose e fiori. Quando certi critici analizzano il mio caso vedono solo i meriti: l’Ortega y Gasset, la lista del Time, i lettori di Generación Y, ma sembrano dimenticare i problemi più grandi che devo superare per fare quel che faccio.

Io non posso dimostrare il contrario, non posso provare che non sono un cervello comprato. Come dimostro che non sono una marionetta? Certo, non ho fili - alzo le braccia, le muovo, metto in pratica la mia idea - guarda tu se li vedi. In ogni modo, così come io non posso provare di essere innocente, gli accusatori non sono in grado di provare la mia colpa. E provare che una persona è costruita costa lavoro e prove, altrimenti è soltanto un grossolano processo di diffamazione.

Siccome sono una cittadina che vive in un paese dove lo Stato fa e disfa le leggi a suo piacimento, oltre ad avere il monopolio dei mezzi informativi, mi resta soltanto la possibilità di fare molto Tai-Chi, avere un pensiero Zen, praticare molto Yoga nel balcone di casa mia, per non deprimermi di fronte agli insulti che non posso ribattere pubblicamente. Il giorno che potrò stare in un Tribunale dirò: Dove sono le prove? Fammi vedere la fattura, mostrami l’atto di pagamento o come si chiama, mostrami la tessera della CIA, portami le foto del presunto incontro, e allora arriveremo a un accordo. Per il momento sono soltanto insulti ai quali non posso replicare. Cerco soltanto che certi insulti non influenzino la mia scrittura. Faccio in modo che queste accuse non mi radicalizzino. Che non mi trasformino in una macchina di insulti. Io continuerò a rispondere con le mie cronache del quotidiano, perché ci pensa la vita a mettere ogni cosa al suo posto.

Senti, quando ho cominciato dicevano che non esistevo, che Yoani Sánchez era un gruppo di 30 persone, e alla fine hanno dovuto riconoscere che questa persona vive all’Avana, ha un figlio e scrive un blog.

 

Ernesto Morales

ernestomorales@gmail.com

Traduzione di Gordiano Lupi

 

8. Segue alla prossima puntata...


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